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Un anno fa scompariva la piccola Kata: le 4 piste seguite dalla Procura

Pubblicato il 7 Giugno 2024

Circa uno anno fa, precisamente il 10 giugno 2023, spariva nel nulla la piccola Kataleya Alvarez Chicchlo, meglio nota come Kata, la bambina peruviana di 5 anni che viveva con la madre nell’ex hotel Astor. A distanza di 12 mesi il procuratore Filipo Spiezia in una conferenza stampa ha fatto il punto sulle indagini, spiegando che la Procura sta seguendo 4 piste.

Le 4 piste seguite dalla Procura: chi ha rapito Kata?

La prima pista riguarda un possibile traffico di droga, nel quale sarebbe finita la piccola Kata; la seconda si concentra sul racket delle assegnazioni delle stanze nell’ex hotel Astor a Firenze; una terza pista parla di un possibile scambio di persona: la bambina rapita forse non doveva essere Kata, ma la sua amichetta; infine c’è una quarta pista a sfondo sessuale. Il procuratore ha detto che il loro lavoro, rispetto alle fasi iniziali, è più selettivo ma non ha fornito altre informazioni.

Si è limitato a dire che le indagini proseguono e, in base ai risultati delle attività, potrebbero prendere una direzione più precisa. A fine luglio ci sarà un incontro con gli investigatori che condivideranno le informazioni raccolte per fare un ulteriore punto della situazione.

Il “buco” nelle telecamere

Spiezia ha definito l’indagine “altamente complessa” per tanti motivi, a partire dal ritardo con il quale è stata segnalata la scomparsa della bambina. Poi ha aggiunto che il rapimento di Kata non è stato il frutto di un’azione estemporanea e improvvisata, ma l’attuazione di un piano studiato nei minimi particolari.

In particolare c’è il sospetto che i rapitori conoscessero il “buco” delle telecamere, cioè un punto cieco che non era inquadrato, e si teme che lo abbiano sfruttato per rapire Kata sfuggendo anche all’occhio elettronico delle videocamere di sorveglianza. Un’amichetta di Kata ha detto di averla vista mentre “la portava via il lupo“, ma le sue parole non hanno aiutato gli inquirenti a identificare il possibile “lupo”, probabilmente il suo rapitore.

Al momento sono due gli indagati e il procuratore di Firenze ha anche sottolineato il clima di omertà in cui ha dovuto operare, con due comunità coinvolte, quella peruviana e rumena, che si sono dimostrate poco collaborative. Le indagini stanno ripassando al setaccio tutti i dati e gli elementi a disposizione per provare a tracciare un quadro più lineare.