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APP Immuni in Veneto: la Direzione Prevenzione risponde alle polemiche

Pubblicato il 14 Ottobre, 2020

Entro pochi giorni, al massimo lunedì, i Servizi di Igiene Pubblica dovranno comunicare ai sistemi informatici di Azienda Zero i riferimenti relativi alle segnalazioni dell’App Immuni. L’indicazione è contenuta in una comunicazione inviata dalla Direzione regionale Prevenzione ai servizi competenti in relazione alle polemiche emerse sull’attivazione delle procedure dell’App nazionale sul Covid-19.

La polemica è nata dal fatto che, per motivi tecnici, nell’archivio dei dati delle Ulss non è stato ancora possibile inserire i codici dei possessori di Immuni positivi al coronavirus. E questo non ha permesso agli altri utenti tracciati grazie alla app di sapere di aver avuto un contatto a rischio con un positivo.

L’App Immuni – premettono i tecnici regionali –  non fornisce informazioni relative al soggetto positivo con cui si è venuti a contatto, al luogo del contatto o alle caratteristiche del contatto (contatto protetto, utilizzo di mascherine, presenza di una barriera protettiva tra i due soggetti, luogo all’aperto o al chiuso, etc.). Inoltre, in considerazione delle attuali norme di prevenzione vigenti e diffuse in tutto il contesto comunitario ed in particolare con riferimento all’obbligo di utilizzo della mascherina in tutti i luoghi all’aperto e al chiuso, l’eventuale contatto registrato dall’App Immuni non si configura in senso assoluto come contatto stretto. 

Pertanto, non essendo possibile per l’operatore del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica valutare il livello di rischio di tale contatto, già nel mese di giugno, con nota della Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria nel ruolo di Coordinamento Interregionale Area Prevenzione e Sanità Pubblica veniva proposto al Ministero della Salute un possibile protocollo applicativo per uniformare le procedure di tutte le Regioni.

Per tali ragioni, al fine di evitare di sottoporre a quarantena preventiva un soggetto individuato dall’App Immuni senza possibile valutazione del profilo di rischio, è tuttora in corso un confronto con le altre Regioni e con il Ministero della Salute per definire un protocollo operativo condiviso relativo alla gestione di un soggetto identificato come possibile contatto dall’App Immuni. Inoltre, risulta che allo stato attuale molte Regioni tra cui il Veneto, pronte per l’attivazione che comunque avverrà nel più breve tempo possibile, stanno attendendo la definizione del citato protocollo.

Si precisa comunque che, pur potendo costituire uno strumento aggiuntivo per i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica nell’identificazione di eventuali contatti, App Immuni non può in alcun modo sostituire le attività di rintraccio dei contatti e di valutazione del rischio puntualmente garantite fin dall’inizio dell’epidemia.

Le attività puntuali e tempestive di contact tracing avviate in seguito all’identificazione di ogni soggetto risultato positivo a SARS-CoV-2 – spiega la Direzione Prevenzione –  costituiscono un elemento cardine della strategia di sanità pubblica messa in atto dalla Regione del Veneto per contrastare la diffusione virale fin dalle prime fasi dell’epidemia.

Tali attività, garantite dagli operatori sanitari del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica consentono di individuare ed intercettare tutti i possibili contatti, valutando per ognuno di essi il livello di rischio e definendo le più opportune strategie di contenimento da attuare (test di screening, quarantena, sorveglianza sanitaria, etc.).

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