Pubblicato il 1 Agosto, 2020
Ariano Irpino – Fallito il tentativo di riconciliazione in Fratelli d’Italia. Alla riunione organizzata ieri sera dai vertici del partito, i due maggiori “contestatori” non hanno partecipato, anzi pare che non siano stati nemmeno invitati. Ed allora lo scontro si è spostato sulla linea politica da adottare in vista delle prossime elezioni amministrative, rispetto alla quale il leader locale di Fratelli d’Italia, Pino Maraia, avrebbe fatto notare che è passata la sua proposta politico-amministrativa, non quella di chi per mesi ha provato a demolirla. La sfida è aperta sul piano della lista, occorrerà individuare i candidati che faranno parte della squadra FDI e Maraia attende di conoscere quali decisioni intendano assumere le altre anime del partito.
Maraia, durante la riunione, ha ricordato l’impegno profuso per far crescere il partito in un memento nel quale nessuno avrebbe scommesso che Fratelli d’Italia avesse raggiunto il quorum per ottenere un rappresentante in consiglio comunale, circostanza verificatasi con l’elezioni di Carmine Ruggiero, ed ha aggiunto di essere pronto per sostenere i valori, sempre e comunque, tipici del partito di Giorgia Meloni.
Dunque, una riunione che si è conclusa con un nulla di fatto, ad eccezione del ragionamento sviluppato intorno al probabile candidato sindaco di tutta la coalizione di centrodestra. Prevale la prudenza, i nomi restano quelli già noti da qualche giorno: Marco La Carità, che sembra aver guadagnato qualche spazio, e Marica Grande. Arretrate, non escluse, le posizioni di Giuseppe Lo Conte e di Giuseppe Mastandrea, che restano al centro del ragionamento perché la loro esperienza politica e la loro significativa immagine professionale ed umana rappresentano punti di forza tali da renderli idonei per la volata verso le elezioni di settembre. Ma contano anche le aspirazioni di ognuno e la loro disponibilità a scendere in campo, circostanza non scontata.
Mercoledì dovrebbe essere comunicato ufficialmente il nome del candidato sindaco, forse l’indicazione c’è già, ma in cinque giorni tutto potrebbe ancora accadere e quindi i partiti hanno deciso di muoversi con prudenza.
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