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Arriva nelle scuole dell’agronolano il progetto “Teatro clown sociale diffuso”: arti teatrali e circensi per diffondere la giustizia ed il benessere sociale

Nelle scuole dell’agronolano partirà il nuovo progetto Teatro clown sociale diffuso per aiutare i ragazzi a migliorarsi.

Pubblicato il 24 Febbraio, 2022

È iniziato presso la sede dell’associazione “Quelli dell” 83″, il progetto “Teatro Clown Sociale Diffuso”, approvato dalla Regione Campania e finanziato con fondi del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Ruolo fondamentale in questo progetto ha l’arte-educazione. Attraverso questo strumento si vanno a sviluppare capacità, trasmettere valori ed esperienze, nozioni ed insegnamenti che esulano il campo artistico. L’obiettivo dunque è quello di utilizzare il “Teatro Clown Sociale Diffuso” come pedagogia alternativa. Attraverso l’arte il ragazzo impara ad esprimersi e ad interagire meglio con il mondo che lo circonda.

Il problema specifico rilevato è proprio il bisogno, da parte dei minori del territorio e delle loro famiglie, di sentirsi parte della società, sviluppando la propria personalità e acquisendo sicurezza nelle proprie capacità, per farne dei cittadini attivi. L’idea si ispira al progetto “Parada Utopia”, realizzato a Bucarest dal clown franco-algerino Miloud Oukili, e intende utilizzare le arti teatrali e circensi come mezzo per la diffusione della giustizia e del benessere sociale.

Gli obiettivi del “Teatro Clown Sociale Diffuso”

Il “Teatro Clown Sociale Diffuso” è un mezzo volto a lavorare con giovani a rischio o socialmente emarginati, che utilizza strumenti pedagogici alternativi e un approccio dinamico basato sull’arte-educazione, la quale comprende tutti quei processi che si presentano fuori dell’ambito scolastico. Essa dunque riveste un ruolo fondamentale nell’odierno contesto sociale.

Specialmente per quanto riguarda i minori in situazione di rischio, l’arte diventa quindi un veicolo di trasmissione di saperi. Questo mezzo è affascinante, e stimola nel giovane tanta curiosità, sensibilità ed anche spirito critico e creativo.

Attraverso il fare arte si impara ad esprimersi e ad interagire meglio con il mondo circostante. L’arte si rivela un efficace metodo di inclusione sociale e di educazione anche contro la violenza. Infatti l’insegnamento di tecniche corporali concorre allo sviluppo della personalità, sviluppando capacità e abilità indispensabili al processo di apprendimento.

Altro elemento fondamentale del “Teatro Clown Sociale Diffuso” è la sua universalità e accessibilità. Ogni persona, in base alla propria capacità, è in grado di realizzare le proprie potenzialità attraverso le attività che il progetto offre.

Una nuova opportunità per i giovani di crescere e migliorarsi

Il “Teatro Clown Sociale Diffuso” dunque tende anche a sviluppare ed incrementare nei giovani la consapevolezza di sé, l’autonomia, la cooperazione, l’autodisciplina. È anche l’opportunità, per le persone che vivono nel disagio, di dargli una possibilità di esprimersi e di venire ascoltati, capire le proprie potenzialità e dare il loro contributo come cittadini nella società.

Per raggiungere questo obiettivo, devono solo apprendere un linguaggio che permetta loro di farlo. In questo contesto, il circo è uno strumento che gli permette di relazionarsi con il mondo degli adulti attraverso un’esperienza diversa. Il circo sociale infatti, utilizza strumenti specifici quali il gioco e la giocoleria che favoriscono una relazione positiva tra gli utenti, andando oltre le differenze culturali.

Attraverso questi strumenti si sviluppa la socializzazione e si impara a lavorare con gli altri sempre nel rispetto di ciascuno; si insegnano tecniche specifiche per sviluppare la creatività e l’espressività; si insegna ad essere capaci di esprimersi attraverso linguaggi verbali e non verbali; si sviluppa la coscienza del corpo tramite il movimento; si vive il corpo come strumento d’espressione e di creatività.

Le attività proposte nel progetto si basano su combinazioni di musica, danza, arti sceniche e recitazione. Si lavora coinvolgendo i destinatari sulla costruzione e la produzione di uno spettacolo finale. Questo gli consentirà di misurarsi con le competenze acquisite con “il mondo dell’esterno” per riconoscere e farsi riconoscere attraverso il proprio saper fare e il proprio essere e non attraverso la storia che portano addosso come bagaglio.

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