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AstraZeneca e rari casi di trombosi, ecco i sintomi da valutare

Anche se la maggior parte dei casi si è verificata in donne con un’età inferiore ai 60 anni – secondo l’Ema – età e sesso non sono fattori di rischio per il vaccino. Attenzione a fiato corto, dolore al petto, gonfiore delle gambe, persistente dolore addominale, mal di testa, vista offuscata e e lividi che compaiono senza motivo.

Pubblicato il 8 Aprile, 2021

Anche se la maggior parte dei casi si è verificata in donne con un’età inferiore ai 60 anni – secondo l’Ema – età e sesso non sono fattori di rischio per il vaccino. Attenzione a fiato corto, dolore al petto, gonfiore delle gambe, persistente dolore addominale, mal di testa, vista offuscata e e lividi che compaiono senza motivo. Sono questi – in generale – i principali e più comuni sintomi degli eventi avversi legati alle trombosi. I tecnici dell’Ema, dopo aver sostenuto che c’è “un possibile legame fra il vaccino AstraZeneca e casi molto rari di trombosi”, mettono in guardia sull’importanza del saper riconoscere tempestivamente i sintomi e intervenire il prima possibile. Chiaramente si tratta di eventi molto rari e, quindi, senza allarmismo, è bene rivolgersi al proprio medico se in presenza di alcuni di questi sintomi che, comunque, sono spesso comuni anche ad altre patologie.

La maggior parte dei casi rari di trombosi, in chi si è vaccinato con AstraZeneca, “si è verificata in donne con un’età inferiore ai 60 anni e dopo due settimane dalla vaccinazione”, affermano ancora gli esperti. Ma, “il Prac (comitato di farmacovigilianza dell’Ema) non ritiene che l’età e il sesso siano chiari fattori di rischio per questi effetti collaterali molto rari“.

Il comitato di farmacovigilanza dell’Ema ha effettualo “un’analisi approfondita su 62 casi di trombosi cerebrale e 24 di trombosi venosa, inseriti nel database europeo EudraVigilance fino al 22 marzo. Di questi casi 18 sono stati fatali. Gli eventi rari sono stati riportati nei sistemi Eaa e nel Regno Unito, dove circa 25 milioni di persone hanno ricevuto il vaccino”.

“Riconoscendo i segni precoci dei coaguli di sangue e delle piastrine basse e trattandoli precocemente, gli operatori sanitari possono aiutare le persone colpite da questi eventi nel loro recupero ed evitare complicazioni”, osservano gli esperti. “Sulla base degli studi attuali, non si possono confermare specifici fattori di rischio come età, genere o precedenti storie cliniche di disturbi della coagulazione“.

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