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Attacco sessista alla sindaca: mutandine rosse, tacchi a spillo e giornali sui finestrini dell’auto

Pubblicato il 15 Febbraio 2024

Un cartellino rosso con la scritta “do not disturb” sulle maniglie di entrambe le portiere anteriori, fogli di giornali che hanno tappezzato finestrini, lunotto e parabrezza, un paio di scarpe di un uomo dal lato passeggero e un paio di scarpe con tacchi a spillo e mutandine rosse dal lato conducente. Così Chiara Frontini, sindaco di Viterbo, ha ritrovato la sua auto, una Lancia Y.

La scena simulata era chiaramente quella di un incontro in auto tra un uomo e una donna, un’azione vandalica a sfondo sessista avvenuta tra il 14 e il 15 febbraio che ha suscitato molto scalpore nella città laziale e che ha determinato la denuncia della prima cittadina, con gli agenti della Digos che stanno indagando sulla vicenda.

Le indagini

L’atto vandalico si è consumato in via Giuseppe Garibaldi, a Viterbo, dove l’auto era parcheggiata. Sul posto sono arrivati gli agenti della polizia scientifica per effettuare i rilievi del caso e gli investigatori stanno indagando e stanno visionando le telecamere di videosorveglianza della zona per raccogliere elementi utili e risalire ai responsabili. Tutti gli schieramenti politici, dalla Lega al Pd fino ai Fratelli d’Italia hanno espresso solidarietà al sindaco Frontini.

Alessandro Romoli, presidente della provincia di Viterbo, ha dichiarato: “È stata vittima nella notte di un vile e becero atto vandalico alla propria auto. Quanto accaduto non ha nulla a che fare con l’attività politica e amministrativa della sindaca Frontini, ma altro non è che un gravissimo episodio di vandalismo a sfondo sessista”.

Il presidente ha poi concluso quanto questo atto vile sia degradante verso tutta la cittadinanza: “Il responsabile di tale odiosissimo gesto ha voluto infatti colpire la prima cittadina di Viterbo in quanto donna e sotto il profilo personale. Si tratta dunque di un attacco che colpisce in primis la sindaca, ma che riguarda ognuno di noi perché nella Tuscia non può e non deve esserci né spazio né tolleranza per stereotipi di genere, pregiudizi e messaggi sessisti”.