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Auspicare lo stop delle concessioni JSW è un pericoloso salto nel buio

Pubblicato il 9 Marzo, 2022

“Altro che stallo. Alle condizioni sul tavolo l’ingresso di Invitalia nelle acciaierie di Piombino non si concretizzerà. Il nodo resta quello della valutazione dello stabilimento”. Questa la doccia fredda che i sindacati in questi giorni hanno appreso dall’azienda Jsw. Per tenere alta l’attenzione sulla vertenza, gli stessi sindacati chiedono di essere informati direttamente dal Ministero e da Invitalia e logicamentechiedono la vicinanza dell’amministrazione locale. 

Il Comune di Piombino invece risponde con l’ennesima nota: “Alle troppe inadempienze deve seguire lo stop alle proroghe” e non è una provocazione per trovare un accordo, perché il sindaco nel comunicato prosegue, “Banchine e aree demaniali, se offerte con procedure a evidenza pubblica, potrebbero condurre soggetti privati a investimenti nuovi e diversificati, con riflessi occupazionali e ambientali”. 
Questa roba qui andrebbe bene in un contesto semplice, oppure per la propaganda populista, di certo non risolve i problemi di questo territorio, anzi denota un atteggiamento rinunciatario e preoccupante di un’amministrazione che sul tema Jsw non sa più che dire. Togliere le banchine alla siderurgia sarebbe come togliere l’ossigeno a un malato, non è difficile da capire che il grosso del traffico di materia prima per la produzione siderurgica arriva via mare. E

noi gli vogliamo tagliare i rifornimenti, con discorsi generici sull’allontanamento della fabbrica dalla città; progetti ideali che ci sorbiamo da tre anni, vedi Patto per Piombino, senza un atto formale conseguente, solo narrazioni felici. Eppure nel maggio del 2020 il sindaco sulla vertenza Jsw dichiarava: “Continueremo a lavorare in tutte le sedi deputate affinché la nostra comunità abbia risposte e che l’azienda porti a termine i propri progetti”.

Noi lo abbiamo visto affaccendato a presenziare ogni più piccolo evento piombinese più che i tavoli del Mise, ma sarà una nostra impressione, forse basata sullacopiosa comunicazione social della pagina del sindaco. Il Pil piombinese si regge ancora sulle macerie della siderurgia e sulla cassa integrazione, ci piaccia o no; quindi la Fabbrica dovrà avere una risposta, altrimenti sarà il disastro sociale. Sulla “Diversificazione” noi diciamo da tredici anni che è necessario approntare un programma serio, coordinato con gli enti sovra ordinati, per uscire dalla crisi e darci differenti economie. 

Paradossalmente siamo ancora agli albori di una strumentazione urbanistica cha ancora oggi non ha messo nero su bianco fatti concreti e quel poco che abbiamo è già vecchio e inadeguato; un ritardo inaccettabile e questo vale per quelli di prima come quelli di ora.

Gelichi Riccardo

Portavoce ASCOLTA PIOMBINO

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