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Bar e ristoranti, bilancio del primo mese di riapertura da brividi: “Non siamo ripartiti”

Epat stila un bilancio del primo mese di riapertura di bar e ristoranti ed è drammatico

Pubblicato il 3 Luglio, 2020

Bar e ristoranti provano a ripartire dopo la chiusura forzata dovuta al lockdown, ma per molti, purtroppo, la riapertura è solo temporanea. Epat Torino traccia un bilancio di questo primo mese ed è sconfortante: “Non si è ripartiti”, è l’amara conclusione dell’indagine svolta tra gli esercenti dei locali pubblici. Quasi tutti, bar e ristoranti, hanno comunque riaperto, o almeno ci hanno provato, infatti solo il 5% non ha alzato le serrande. Ma di contro c’è il fenomeno che Epat definisce “chiusure di ritorno”, ovvero quelli che riaprono e si rendono conto che non ci sono le condizioni economiche sufficienti a restare aperti. “Purtroppo, anche se si poteva immaginarlo, ma la speranza che non fosse così c’era, i consumi in bar e ristoranti non ripartono- dichiara Alessandro Mautino presidente Epat Torino. Mancanza del turismo, smart work di aziende ed uffici soprattutto pubblici, paura e difficoltà economiche dei consumatori son le cause che determinano questi tristi risultati”.

La metà dei locali sta ancora praticando l’asporto e vogliono continuarlo a fare, mentre solo il 33% continua con il delivery, che pure sconta le difficolta logistiche, i costi delle piattaforme ed i vincoli igienico sanitari. Rimane fortissimo il dubbio di non poter rimanere ad organico pieno rispetto al passato e l’auspicio è che la Cassa integrazione utilizzata dal 75% delle imprese continui sino a fine anno. Ottenuti i bonus e per il 60% dei richiedenti il credito bancario, un dato preoccupa: il 75% degli operatori teme fortemente il ritorno del virus in autunno. 

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