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Bonifica Amianto: Cosa prevede la Legge?

L’amianto ha effetti molto negativi sulla salute dell’uomo ed è per questo che in Italia è stato bandito da anni e sono state emanate delle normative che definiscono le corrette operazioni per la bonifica dell’amianto. Scopriamone di più.

Pubblicato il 1 Agosto, 2022

L’amianto ha effetti molto negativi sulla salute dell’uomo ed è per questo che in Italia è stato bandito da anni e sono state emanate delle normative che definiscono le corrette operazioni per la bonifica dell’amianto. Scopriamone di più.

La messa a bando dell’Eternit

In Italia con la legge 257 del 1992 è stato bandito l’utilizzo dell’amianto per realizzare alcune parti dell’abitazione e più in generale per qualsiasi altro scopo.

Nonostante questo e i 30 anni trascorsi, ancora oggi sul territorio nazionale ci sono vecchi edifici che presentano amianto nei tetti, nelle canne fumarie e tante altre parti della casa.

Non a caso con il decreto legislativo numero 81 del 9 aprile 2008 sono state definite le modalità con cui gestire un intervento di bonifica amianto.

La bonifica dell’amianto espressa nel 1994

Dopo la messa a bando dell’amianto avvenuta nel 1992, in Italia sono state indicate nel decreto ministeriale del 6 settembre 1994 le metodologie tecniche per valutare il rischio di contaminazione e le modalità con cui controllare effettuare la manutenzione e la bonifica di tutte quelle parti dell’edificio che presentano componenti in amianto.

In particolare, nel decreto, si parla dei metodi che devono essere ancora oggi utilizzati e che permettono di tutelare la salute delle persone all’interno del mercato ambiente.

È bene sottolineare che sono operazioni che devono essere svolte da aziende iscritte regolarmente all’Albo dei Gestori Ambientali. In Lombardia, ad esempio, una delle più quotate è MBA Ambiente Milano, che si occupa anche di Bonifica FAV ovvero Bonifica Fibre Artificiali Vetrose.

La prima fase è quella della rimozione, le parti in amianto vengono asportate con la cortezza da parte dei tecnici incaricati di adottare le procedure che non consentono il rilascio delle pericolose polveri sottili.

La seconda tecnica è quella dell’incapsulamento. In questo caso il manufatto che presenta delle parti in amianto rimane nell’edificio con il tecnico incaricato che si occuperà di alcune operazioni per renderlo innocuo. Il tecnico dovrà realizzare una sorta di barriera protettiva che deve essere inserita per evitare il contatto con l’ambiente esterno. In questo caso si possono prendere in considerazione diversi prodotti come delle specifiche vernici che vengono applicate a più strati per ottenere il risultato finale cercato.

Tra l’altro le successive normative e in particolare il decreto ministeriale del 20 agosto 1999 definisce in maniera precisa le caratteristiche della vernice che deve essere di colore differente per consentire a eventuali sopralluoghi futuri e verifiche di constatare lo stato in cui si trova.

Ultima opzione per eseguire una corretta bonifica dell’amianto è il confinamento. Anche con questa soluzione il manufatto che è stato realizzato con l’eternit viene lasciato nella sua posizione originale con la realizzazione di una barriera che questa volta sarà fisica. Si possono scegliere diverse realizzazioni come le coibentazioni, i pannelli oppure erigere una parete in laterizi.

La valutazione del rischio

Le normative che fanno riferimento alle tecniche di bonifica dell’amianto presentano informazioni importanti anche rispetto alle modalità e le metodologie che devono essere gestite per effettuare la valutazione del rischio. Durante un apposito sopralluogo bisognerà effettuare delle analisi a campionamento che permettano di valutare nel dettaglio tutta una serie di condizioni. Nel decreto ci sono delle indicazioni piuttosto precise nella scelta dei dispositivi di protezione e dei criteri che devono essere tenuti in considerazione.

La valutazione del rischio viene effettuata rispetto a tre tipologie di situazioni che si possono presentare.

La prima è quella in cui ci sono dei materiali integri e quindi non suscettibili di danneggiamento. È questo il caso in cui il manufatto in amianto si trova in una zona non accessibile agli utenti oppure gli agenti atmosferici che potrebbero danneggiarlo nel tempo. In questo caso il rischio è praticamente pari a zero.

La seconda situazione, che si può prefigurare, è quella di materiale integro ma suscettibile di danneggiamento. Questo significa che al momento della verifica i materiali sono in ottime condizioni per cui non rappresentano nell’immediato un rischio ma, c’è la possibilità che in futuro in mano fatto possa essere danneggiato ad esempio dall’azione degli agenti climatici come il vento e la pioggia. In questa seconda condizione potrebbe essere utile prevedere un intervento di bonifica seppur adesso non ce ne sia la necessità.

La terza situazione, che è quella più pericolosa, è quella in cui ci sono materiali danneggiati per cui possono rilasciare nell’aria le temute polveri sottili che comportano danni gravi per l’apparato respiratorio e non solo.

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