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Brasile

Brasile: il documento per colpire Lula mette nei guai il fedelissimo di Bolsonaro

Pubblicato il 13 Gennaio 2023

“C’era una pila di documenti in casa mia da smaltire, il tutto sarebbe stato triturato a tempo debito”.

Così Anderson Torres.

L’ex ministro della Giustizia di Bolsonaro ha tentato di giustificare via Twitter quelle tre pagine scritte al computer che puntavano ad annullare il risultato delle ultime elezioni presidenziali, vinte da Luiz Inácio Lula da Silva lo scorso autunno.

Brasile
Torres e Bolsonaro

La bozza del decreto, che di fatto avrebbe esautorato il Tribunale supremo elettorale (Tse), è stata trovata in un armadio della casa di Torres, a Brasilia, durante una perquisizione condotta dalla Polizia federale. “Il suo arresto è inevitabile, ora occorre indagare sulla partecipazione dell’ex presidente Bolsonaro e prendere le misure necessarie per i reati contro lo Stato democratico di diritto”, ha detto il capogruppo della maggioranza al Senato Randolfe Rodrigues.

Il documento, secondo alcuni inquirenti, potrebbe far scattare un’indagine per “sospetta organizzazione criminale contro lo stato di diritti democratico” ma il decreto che stabiliva “lo stato di difesa” presso il Tse non è mai stato firmato da Bolsonaro.

Gli sviluppi dipenderanno molto da Torres, su cui pende un mandato d’arresto in contumacia: i suoi avvocati stanno trattando con le autorità il suo rientro dagli Stati Uniti, forse già questo venerdì, e non si esclude un patteggiamento in cambio di una confessione piena.

E allora il cerchio si potrebbe davvero stringere intorno a Bolsonaro, che ancora si trova ad Orlando, in Florida, e non sembra voler tornare prima di fine mese (anche se oltre 40 deputati statunitensi hanno chiesto la revoca immediata del suo visto).

La carriera di Torres è strettamente collegata all’estrema destra e la sua nomina a ministro della Giustizia, nel 2021, è arrivata dopo anni di rapporti amichevoli tra lui e la famiglia Bolsonaro.