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Brescia, Marroccu: “La differenza tra Cellino e Preziosi”

Pubblicato il 21 Ottobre, 2021

Le parole del massimo dirigente del Brescia Calcio in occasione della presentazione del direttore sportivo Francesco Marroccu

MASSIMO CELLINO

“Con Marroccu su certe cose era necessario chiarirsi, c’erano dei malintesi che sono stati risolti non solo a parole, ma con i fatti: ha scelto di ritornare a Brescia dove ha famiglia. Mi ha ridato entusiasmo, stabilità nel modo di lavorare, tranquillità nella gestione del Club. Botturi ha in mano un progetto importantissimo per me, perché il Settore Giovanile è importante più della Prima Squadra. Mi auguro che Botturi continui a fare il suo lavoro con il Settore Giovanile con entusiasmo e ambizione come ha sempre fatto. Ringrazio Marroccu per essere rientrato ed aver riportato entusiasmo all’ambiente. I risultati in campo sono frutto di tante componenti: le promozioni arrivano se ci sono i presupposti, sono sicuro che con Marroccu daremo il massimo. Se saliremo ce lo meriteremo altrimenti vuol dire che non ce lo avremo meritato. Questo mi dà tranquillità perché con Marroccu mi sento completo e so perfettamente come lavora. L’allontanamento? Quando c’è molto amore per una persona non ti aspetti certe cose e a farti male basta un’occhiata, un malinteso. Sull’onesta di Marroccu non ho mai avuto dei dubbi, lo conosco da anni. Il nostro mestiere è fatto di compromessi, di politica e Marroccu è sempre cresciuto con me in Sardegna dove c’era il Cagliari e basta. Lui per la Società bisticcia, non è una questione di soldi. Nel nostro rapporto c’è stata l’intromissione di un procuratore, di cui non faccio il nome, che ha creato dei malintesi. Non pensavo che potesse tornare al Brescia, ma appena mi è arrivata la segnalazione che non voleva più stare al Genoa, ho saputo che la sua famiglia era rimasta qua. Di tutto quello che è successo mi prendo il 70% delle colpe perché Marroccu, per tornare al Brescia, ha fatto un sacrificio economico e rinunciato ad un posto in Serie A. Abbiamo passato le notti a parlare dei malintesi e li abbiamo superati. Per venire qui mi ha detto ‘mi dia quello che vuole’. Cosa mi aspetto? Che faccia il suo lavoro come ha sempre fatto. Marroccu non è venuto a riparare una situazione negativa, ma per prevenirla. Chiedo alla stampa di crescere e di aiutare il Brescia e i bresciani nel vedere le cose in maniera più globale. Siete troppo attaccati alla notizia. Vorrei che i giornalisti siano partecipi della voglia di migliorarci che abbiamo noi. Lo avevo già detto, ma lo ripeto: la Serie B non produce ricchezza e per questo c’ bisogno di salire di categoria, la necessità di andare in Serie A è dovuta all’aspetto finanziario per sostenere uno sviluppo decoroso. Dobbiamo dare tranquillità all’ambiente, a Inzaghi. La squadra, per migliorare e crescere, ha bisogno di tempi tecnici e di tempo per potersi evolvere. I risultati se il lavoro è ben fatto arrivano, dunque non dobbiamo farci prendere dalla frenesia. Quando siamo andati in A con Corini non fu preso per la Serie A e la raggiunse grazie ad un ambiente tranquillo. Non dobbiamo diventare vulnerabili alla prima sconfitta. Dobbiamo aiutare Inzaghi e aiutarci tutti assieme”.

FRANCESCO MARROCCU

“Qualunque cosa possa aggiungere alle parole del Presidente è superflua, ma la realtà è che siamo due persone molto simili, profondamente diverse, ma molto simili. Nei confronti del Presidente provo affetto, riconoscenza, gli voglio bene, ma nel lavoro non facciamo sconti. Credo che questo sarà l’ultimo passaggio calcistico che farò con lui. Riguardo squadra e allenatore, ho trovato una società organizzata, dalla direzione generale a quella della comunicazione, al marketing. Questa è una società prestata alla Serie B, ma è da A, centro sportivo compreso. Parlerò di calcio con Botturi, Zanardini, Migliorati, lavoreremo in team come il Presidente vuole. La classifica e l’ambiente che ho trovato dicono che il Brescia sta bene. Mi sembra di non essere mai andato via: la città mi ha accolto bene, sono sempre stato rispettato da tutti, per questo ho scelto di mantenere la famiglia a Brescia. Fare calcio a Brescia è uno stimolo perché ci sono tante potenzialità e alle volte un passo indietro serve per farne due avanti. Mi sento gratificato e mi piace molto la città. La Serie B di quest’anno è molto competitiva e credo che l’inizio sia stato straordinario. Il Brescia vuole fare un campionato di vertice, ma non dobbiamo per forza andare in Serie A. Andiamo se ce lo meritiamo. Nessuno ci regalerà niente: sabato la Cremonese è davanti in classifica, è favorita, e dobbiamo affrontarla con questo spirito. Eredito una situazione ed un ambiente molto positivo. Il concetto che deve passare è quello di dare serenità. Non può essere che abbiamo nemici in casa, se andiamo in A ci va tutta Brescia ed è per questo che dobbiamo aiutarci e crescere tutti insieme. Il primo punto per crescere è quello di dimenticare la promozione. Le ciambelle sono tutte diverse, non possiamo vivere di ricordi. Nel calcio, oggi è già ieri, e dobbiamo costruire tutto pezzo per pezzo. Il mio lavoro si può fare solo se si vuole migliorare. Lavoriamo per migliorare, ma dobbiamo meritarci tutto. Devo dire che lavoriamo in un centro sportivo di livello, prima ci cambiavamo in oratorio. L’allenatore negli ultimi tre giorni ha cambiato tre campi, non capita nemmeno in Serie A. Il Brescia non è di passaggio, è una società solida che programma. L’anno che abbiamo ottenuto la promozione, c’è stata una fiammata, ma il Brescia è programmazione ed il Presidente lavora in questo senso. Genoa? Ringrazio Preziosi, ma penso di aver ricambiato con due salvezze miracolose. Quando mi ha chiamato Cellino non ho avuto dubbi perché, anche quando sono andato via, ho sempre pensato che il mio futuro fosse qua. Un domani, penso, sarà difficile separarsi da Cellino. I contatti, i soldi, non sono tutto, alla fine ci incontreremo nuovamente a ottant’anni e rivivremo tutto. Se faccio questo lavoro è solo perché un genialoide come Cellino ha affidato il Cagliari ad un dirigente che prima aveva avuto solo esperienze dilettantistiche. Tutte le volte che mi ha chiamato ho sempre risposto presente perché la riconoscenza non è a tempo. A Brescia il vero Direttore è Massimo Cellino, Micheli segue la parte amministrativa, io la sportiva. Cellino è il Direttore, non il proprietario, questa è la differenza tra Cellino e Preziosi”.

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