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Busto Arsizio

Busto Arsizio, il sorriso dell’assassino: l’odio per gli ex suoceri e il figlio conteso

Pubblicato il 7 Maggio 2024

Un figlio conteso. L’odio cieco nei confronti della ex moglie e dei genitori di lei. Ecco cosa ci sarebbe dietro la furia omicida di Marco Manfrinati, che ieri a Busto Arsizio, in provincia di Varese, ha sfregiato Lavinia Limido e ucciso l’ex suocero 71enne Fabio Limido, che aveva cercato di difendere la figlia.

Secondo quel che stanno ricostruendo gli inquirenti, l’ex avvocato 40enne voleva per se il figlio di 3 anni avuto dalla 37enne che adesso lotta per sopravvivere dopo le ferite subite col coltello utilizzato da Manfrinati.

Un odio, quello dell’assassino, espresso anche con l’agghiacciante domande fatta alla ex suocera “Come sta tuo marito?” fatta mentre veniva arrestato. Comportamento che fa ipotizzare l’intenzione di fare una strage, visto che è stato fermato grazie all’intervento dei vicini e non perché avesse esaurito la sua furia.

Ipotesi rafforzata dal fatto che Manfrinati era già sotto processo per stalking nei confronti della ex moglie e dell’ex suocera ed era sottoposto al divieto di avvicinamento, oltre che alla ex moglie e al figlio, anche agli ex suoceri.