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Candidato sindaco Piero Gurrieri: “Vittoria discriminata. Calendario tamponi umiliante. E’ il momento di dire basta!”

Pubblicato il 28 Aprile, 2021

“Ritengo discriminatoria e umiliante la disparità di trattamento tra Ragusa e Vittoria registrata, in occasione della predisposizione del calendario di maggio dei test rapidi anti-covid da parte dell’asp”. Ad affermarlo Pietro Gurrieri, candidato sindaco a Vittoria per il MoVimento 5 Stelle e Città libera.

“Ho appena appreso il calendario, e sono rimasto basito” prosegue Gurrieri, che spiega: “Ragusa e Vittoria non sono solo le 2 più popolose città degli Iblei, ma anche quelle alle prese con il più alto numero dei contagi, e Vittoria presenta un andamento di crescita esponenziale addirittura maggiore di quella del Capoluogo. Eppure, i Cittadini di Ragusa e Vittoria sono stati trattati in maniera completamente diversa, con ben cinque giorni a disposizione dei Ragusani (lunedì, mercoledì e venerdì mattina e pomeriggio, martedì e sabato), rispetto ai solo tre riservati ai Vittoriesi, per giunta per poche ore (martedì e giovedì pomeriggio dalle 15 alle 16,30 e venerdì mattina dalle 9 alle 12)”.

“I miei Concittadini sono costretti a file lunghe ed estenuanti, senza nemmeno poter contare su un giorno, nel fine settimana, che consenta a chi lavora negli uffici, nelle scuole e nelle campagne, di accedere ai tamponi, che dati i ritardi della campagna vaccinale sono l’unico mezzo per una efficace prevenzione. Sono stato sul posto, e ho assistito a scene che fanno venire i brividi: persone costrette ad attendere per 6,7 ore al sole, anziani che si sentono male, cittadini che impossibilitati a queste assurde attese, fanno retromarcia e vanno via, pur dichiarando di essere positivi. Una indecenza assoluta. Ma assistere a una così plateale disparità di trattamento suscita rabbia e riprovazione”.

“Chiedo quindi alla direzione generale dell’Asp” – conclude Gurrieri – di modificare subito il calendario. Se ciò non avvenisse, siamo pronti ad informare la magistratura ma anche alla mobilitazione perché la vita e la salute dei cittadini è per noi al primo posto, e non possiamo accettare discriminazioni! E se alla Regione pensano ad un sistema con figli e figliastri, allora che se ne vadano tutti a casa”.

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