« Torna indietro

Imparare per la vita alla Reggia

Caserta esclusa nonostante l'arte - La Reggia

Caserta esclusa dai fondi per le città d’arte. L’amarezza di Guida e di una intera regione

Caserta esclusa dai fondi per le città d’arte. L’amarezza di Guida e di una intera regione

Pubblicato il 14 Agosto, 2020

“L’esclusione di Caserta e di quasi tutta la Campania, ad eccezione di Napoli, dai fondi alle città d’arte impone una seria riflessione sul turismo”.

E’ arrivato il commento piccato di Davide Guida, candidato al consiglio regionale con Noi Campani, nel commentare i finanziamenti per circa mezzo miliardo di euro destinati alle imprese di capoluoghi e città metropolitane italiane per fare fronte alle ripercussioni sul comparto turistico, in particolare riguardo alle presenze di stranieri, legate all’emergenza Covid.

Da Venezia a Bari, infatti sono 29 (e solo 9 quelle del Sud) le città d’arte ad alta vocazione turistica in cui gli esercizi commerciali aperti al pubblico nei centri storici godranno del contributo a fondo perduto destinato dal governo.

Il provvedimento stanzia oltre 500 milioni di euro da destinare a un parziale ristoro per i soggetti che svolgono attività di vendita di beni o servizi al pubblico che abbiano subito un calo del fatturato di almeno un terzo rispetto al 2019, dovuto alla assenza di turismo internazionale.

Quel che lascia l’amaro in bocca è il criterio con cui siano stati divisi questi soldi.

Al centro-sud ci sono regioni totalmente esenti da questo bonus, come l’Umbria e la Calabria, altre in cui è stato assegnato ad una sola città, è appunto il caso della Campania, il contributo è destinato solo a Napoli insieme alla Puglia che quale destinataria ha solo Bari. Al contrario, sono ben 20 le città d’arte del centro-nord che potranno accedere agli “aiuti mirati”.

“Ancora una volta il Sud viene penalizzato dal Governo – prosegue Guida – Appena nove le città del Mezzogiorno ammesse su 29 totali per via di una modalità di selezione alquanto discutibile.

Al di là di questo, però, bisogna fare una seria riflessione sul turismo a Caserta ed in provincia. Terra di Lavoro vede la presenza di ben tre siti Unesco, è un territorio di arte, cultura, con oltre 40 chilometri di costa e bellezze naturali che meritano di essere scoperte.

Un patrimonio che va messo a sistema attraverso un processo di promozione internazionale delle nostre eccellenze.

Bisogna invertire la tendenza e trasformare i visitatori ‘mordi e fuggi’ in presenze costanti sul territorio. Così si avranno ricadute positive anche sull’economia e sul lavoro che potrebbe svilupparsi dal potenziale indotto”, conclude.

About Post Author