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Cda di Talete: lettera di dimissioni di Fraticelli

Pubblicato il 14 Gennaio, 2021

L’avvocato Giuseppe Fraticelli scrive la presente lettera: “Con la presente rassegno le mie dimissioni da consigliere di amministrazione della Talete spa.  Dopo un’attenta analisi, condivisa anche con molti i sindaci della nostra provincia, che hanno avuto la bontà di indicarmi ad inizio mandato e di cui ho sempre sentito la piena fiducia, valuto che le condizioni per proseguire questo percorso vengono meno. Lo dico con dispiacere poiché nella Talete, nella sua peculiare atipicità di azienda totalmente pubblica per la gestione del più importante servizio pubblico primario, ho sempre creduto e mi sono, da anni, personalmente speso. Nell’ultimo anno, è innegabile, qualcosa è venuto a mancare. Sul versante della Regione Lazio, intesa come istituzione ed indipendentemente dalle varie colorazioni politiche che ha avuto negli anni, è mancato un effettivo sostegno, soprattutto per la calmierazione delle tariffe, specie in questo periodo di pandemia. In un Ato (Ambito territoriale ottimale, ndr) debole come il nostro, non è possibile scaricare sul gestore del servizio, e quindi sugli utenti, il costo esosissimo della de-arsenificazione dell’acqua, specie se tale fenomeno si caratterizza solo come endemico ad uno specifico territorio e non presente generalmente sull’intera estensione del territorio regionale; in questa direzione l’Ato unico regionale, dai più, era ed è individuato come la vera soluzione anche a tali specifiche problematiche.

Alla Regione va anche ascritta una evidente debolezza politica con la quale ha gestito e, negli anni, purtroppo consolidato, visto che ancora ci troviamo in tale situazione, la disparità di trattamento tra i Comuni entrati in Talete e quelli che ancora non lo hanno fatto; si sono create evidenti diseconomie nella efficace ed efficiente gestione del Servizio idrico integrato, anche stavolta tutte a carico delle popolazioni dei Comuni che hanno conferito il servizio in Talete: la proliferazione delle tariffe, applicate nei vari territori e la odiosa disparità di trattamento che ne è scaturita tra utenti ed utenti ha, ancor di più, aumentato un sentimento di sfiducia nei confronti della società, provocando addirittura, in capo ad alcuni sindaci, la volontà di resistere, fin dove possibile, pur di non conferire il servizio. Ed è proprio ai sindaci-soci che va, in questo momento il mio più, sentito pensiero: loro sanno quanto il sottoscritto si sia quotidianamente speso per ripristinare normali rapporti di collaborazione e sostegno reciproco, tesi proprio al superamento di annosi contenziosi, in alcuni casi anche di natura giudiziale; risultati importanti, da questo punto di vista, sono stati conseguiti; non lascino, dico ai soci, in questo delicatissimo momento, sola l’azienda; non si lascino definitivamente vincere dalle oggettive difficoltà che, ormai costantemente, caratterizzano le condizioni economico-finanziarie dei loro bilanci; si concentrino invece, in uno sforzo, stavolta davvero comune ed unanimemente condiviso, nel dotare l’azienda di un piano finanziario, sostenuto anche da una politica tariffaria che consenta alla Talete di proseguire nel suo percorso, proprio a partire dal dotarla di un capitale sociale che sia consono alla sua conformazione e consistenza. Non giova a nessuno, si ricordi, seminare dissapori tra una parte dei sindaci e qualche consigliere di amministrazione di Talete: il Cda, nella sua interezza, a partire dal suo presidente, ha sempre lavorato per portare l’azienda fuori da queste secche, senza lesinare alcuno sforzo, con costante impegno e professionalità. Tuttavia, oggi, onde superare ritardi ed incertezze, alla vigilia della Conferenza dei Sindaci — chiamata ad assumere fondamentali decisioni, non più procrastinabili, per la permanenza in vita ed il futuro della Talete ed al fine di rimuovere deleterie incrostazioni, colpevolmente poste da immotivate prese di posizioni di una certa parte politica, che rischiano di compromettere il corretto funzionamento dell’organo amministrativo ed i risultati fin qui ottenuti – accetto di buon grado di fare, anche io, un passo indietro, rassegnando le mie dimissioni, ma non prima di aver ringraziato, ad uno ad uno, tutti i dipendenti della società con i quali, da tantissimi anni ormai, ho avuto l’onore di lavorare e collaborare: loro sono davvero il patrimonio umano inestimabile di questa azienda, che viene lasciato in dote ai soci; a loro i soci pensino costantemente, al fine di preservarli ed agevolarli sempre nel compito di erogare il delicato servizio pubblico, loro affidato, che, nonostante le indicibili difficoltà di cui sopra, garantiscono comunque quotidianamente, in modo ineccepibile e con grande spirito di sacrificio“.

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