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Cgia Mestre, nel primo trimestre rincari per famiglie e imprese veneziane da 336,5 milioni: che fare?

Pubblicato il 17 Febbraio, 2022

17.2.2022 – L’ufficio studi CGIA stima che nel primo trimestre di quest’anno le famiglie e le imprese veneziane saranno chiamate a pagare, rispetto al 2019 (anno pre-pandemia), 336,5 milioni di euro in più di energia elettrica e gas: di cui 115,5 milioni in capo alle famiglie e 221 milioni in quella delle imprese (vedi Tab. 1). Se questi aumenti di prezzo dovessero perdurare per una buona parte di quest’anno, non è da escludere, ipotizza la CGIA, che 5 mila a addetti occupati nelle aziende energivore della provincia di Venezia rischiano, anche temporaneamente,  di rimanere a casa.

·        Prossima misura ancora insufficiente

Certo, nel Consiglio dei Ministri di domani dovrebbe essere approvata una misura di ampia portata per calmierare i prezzi delle bollette a famiglie, imprese ed Amministrazioni pubbliche. Pare di capire che questo provvedimento potrebbe aggirarsi tra i 5 e i 7 miliardi di euro. Sia chiaro, in termini assoluti parliamo di una cifra elevatissima; se confermata, sarebbe comunque del tutto insufficiente a mitigare i rincari che, famiglie e imprese italiane, subiranno in questi primi 3 mesi dell’anno.

·        I settori a rischio blackout

Con aumenti che in alcuni casi sfiorano anche il 400 per cento, i settori energivori sono più a rischio degli altri. Per quanto riguarda il consumo del gas, segnaliamo le difficoltà che stanno colpendo le imprese del vetro, della ceramica,   del cemento, della plastica, della produzione di laterizi, la meccanica pesante, l’alimentazione, la chimica etc. Per quanto concerne l’energia elettrica, invece, rischiano il blackout le acciaierie/fonderie, la logistica, l’alimentare, il commercio (negozi, botteghe, centri commerciali, etc.), alberghi, bar-ristoranti, altri servizi (cinema, teatri, discoteche, lavanderie, etc.).

·        I distretti più in difficoltà

I rincari e la mancanza di alcune materie prime hanno messo in difficoltà molte imprese e, conseguentemente, anche alcuni distretti produttivi che sono delle punte di eccellenza della nostra provincia. I più in difficoltà sono:

·        gli alberghi del centro storico di Venezia;

·        i calzaturifici della Riviera del Brenta;

·        l’ittico di Caorle e Chioggia;

·        le vetrerie di Murano.

·        Anche Tir, pescherecci e agricoltori sono allo stremo

A preoccupare le aziende non sono solo i rincari di luce e gas, ma anche quello dei carburanti. Il gasolio per autotrazione, ad esempio, ha subito nell’ultimo anno un aumento di prezzo attorno al 25 per cento. Molti settori, pertanto, rischiano di doversi fermare: anche in provincia di Venezia l’autotrasporto, la pesca e l’agricoltura hanno già manifestato grande disappunto per la mancanza di interventi da parte del Governo.

·        Cosa fare ?

Abbiamo inteso tutti che nel medio periodo dovremo ridurre la dipendenza energetica dall’estero, aumentare la produzione di gas in Italia e proseguire sulla strada degli investimenti sulle fonti rinnovabili. Le imprese, tuttavia, necessitano di misure in grado di calmierare immediatamente il caro bollette: i 5-7 miliardi ipotizzati dal Governo, purtroppo, non paiono sufficienti: “Pertanto – segnala il Presidente della CGIA Roberto Bottan  – non abbiamo alternative. O salviamo le aziende, recuperando le risorse attraverso un  nuovo  scostamento di bilancio, altrimenti molte saranno destinate a chiudere o, nella migliore delle ipotesi, a ridurre drasticamente gli organici.  Certo, l’obiezione di chi sostiene che siamo troppo indebitati e non possiamo farlo ulteriormente è legittimo. Ma è altrettanto legittimo segnalare che i soldi che risparmiamo, evitando di approvare aiuti importanti, saremo costretti a spenderli tra qualche mese per erogare la Cig o l’indennità di disoccupazione a coloro che perderanno il posto di lavoro”. 

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