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Chef stellato licenziato da un hotel 5 stelle: “Aiuto cuoco legato e torturato nudo come rito di iniziazione”

Pubblicato il 29 Dicembre, 2023

Bufera su Aurélien Largeau, chef stellato del ristorante una stella Michelin La Table d’Aurélien Largeau, costretto a lasciare il suo lavoro il 21 dicembre dopo le accuse di nonnismo che gli sono piovute addosso.

Lo scandalo è scoppiato quando sul web hanno iniziato a circolare alcuni video che testimonierebbero le torture commesse nei confronti di un aiuto cuoco come rito di iniziazione.

L’Hyatt Group conferma: “Aurélien Largeau è stato licenziato”

L’Hyatt Group, che possiede l’Hotel du Palais a Biarritz, nel sud-ovest della Francia, ha confermato alla CNN che Largeau è stato licenziato: “A causa della nostra politica aziendale e del rispetto della privacy di tutti i soggetti coinvolti, non possiamo commentare ulteriormente”.

L’azienda ci tiene comunque a precisare che si dissocia dagli episodi di nonnismo e di tortura: “L’incidente non riflette i valori forti che tutti noi rappresentiamo e ora sono state prese le decisioni appropriate. La sicurezza, il benessere e il benessere dei nostri colleghi, ospiti e partner sono sempre le nostre massime priorità”.

La replica dello chef: “Attacco mostruoso al mio onore”

La vicenda è emersa grazie a Sud Ouest, quotidiano francese, che ha raccontato le torture alle quali sarebbe stato costretto a subire un assistente come rito di iniziazione. “I video sono stati registrati e condivisi sui social media, mostrando la vittima con una mela in bocca e una carota nelle natiche” – ha scritto il Sud Ouest in un articolo del 26 dicembre. Secondo le accuse il giovane sarebbe stato legato nudo ad una sedia, davanti ai membri dello staff e allo stesso Largeau.

Lo chef ha rispedito le accuse al mittente e in un’intervista alla BFMTV ha replicato: “Sono dichiarazioni false e diffamatorie e un attacco mostruoso al mio onore e alle mie formidabili squadre“. Intanto però, secondo quanto comunicato dalla BFMTV, la Procura di Bayonne ha avviato un’indagine per fare luce sulla vicenda.

I video che ritraevano le torture sono stati rimossi dai social ma la posizione dello chef, che ha contribuito al conferimento della stella Michelin all’Hotel du Palais nel 2020, resta ancora molto delicata.

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