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Scontri a fuoco con forze di sicurezza israeliane: almeno 4 palestinesi uccisi

Cisgiordania, ucciso perché gay. 25enne ritrovato decapitato

Pubblicato il 8 Ottobre, 2022

Sta facendo molto scalpore ciò che è successo negli ultimi giorni in Cisgiordania. Un ragazzo di 25 anni è stato decapitato, ed il motivo sembra essere riconducibile alla sua omosessualità. Si chiamava Ahmad Abu Marhia, aveva 25 anni e nelle settimane scorse aveva ricevuto minacce di morte per la sua omosessualità. La polizia palestinese, intanto, ha arrestato un uomo ritenuto responsabile dell’omicidio, ma soprattutto dovrà fare luce e chiarezza su una vicenda inquietante e scabrosa. Oltre ad avere certezze sugli autori dell’orribile gesto, bisognerà capire le vere cause che hanno portato alla decapitazione. L’omicidio di Abu, intanto, è diventato virale sui social dopo che è stato pubblicato il terribile video della sua uccisione. I gruppi LGBT, presenti in Israele, hanno affermato che la vittima aveva vissuto gli ultimi due anni vivendo in Israele, ma era in attesa di una richiesta di asilo per trasferirsi in Canada. All’interno della comunità in cui viveva, secondo alcune ricostruzioni, continuava a ricevere minacce di morte. Si dovrà indagare anche su come il 25enne sia finito ad Hebron, città palestinese della Cisgiordania.

Cisgiordania, la famiglia di Abu smentisce il movente dell’omosessualità

Nel frattempo sono arrivate alcune testimonianze degli amici di Abu, riportate dai media israeliani. Secondo quanto riferiscono i ragazzi che lo conoscevano il 25enne era stato rapito. Notizia in parte smentita dalla famiglia della vittima che ha affermato come il ragazzo passasse regolarmente a Hebron per salutarli e per lavorare. Questa sarebbe una dichiarazione importante che spariglierebbe le carte in tavolo e smentirebbe anche l’omosessualit come movente dell’omicidio. L’omosessualità è rifiutata in molte zone e comunità delle società palestinesi e israeliane. Arrivano, nel frattempo, le prime dichiarazioni di sdegno da parte di alcune personalità importanti. Natali Farah, attivista LGBT, ha detto ad un quotidiano israeliano che Abu Marhia era ben noto e apprezzato all’interno della comunità LGBTQ, definendolo intelligente, silenzioso, ma socievole e conosciuto da molte persone. Secondo Farah, ora tutti gli omosessuali in Israele hanno paura e l’intera comunità sta piangendo la morte di Abu avvenuta in Cisgiordania.

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