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Clima, ghiacciaio del Calderone: negli ultimi 25 anni la sua superficie si è ridotta del 65%

Pubblicato il 5 Settembre, 2021

Teramo. Dal 2000 il ghiacciaio del Calderone è diviso in due glacionevati. Negli ultimi 25 anni la sua superficie si è ridotta del 65% e il suo spessore è diminuito di 9 metri. Come per tutti gli altri ghiacciai italiani anche sul Calderone il segnale dell’inquinamento è risultato molto evidente con, ad esempio, anche  la presenza di tracce di Cesio radioattivo a seguito dell’esplosione del reattore di Cernobyl nel 1986.

È questo, in estrema sintesi, il risultato del monitoraggio effettuato nella terza tappa della Carovana dei ghiacciai di Legambiente sul glacionevato del Calderone in Abruzzo.

La Carovana dei ghiacciai è la nuova campagna di Legambiente, arrivata alla sua seconda edizione e realizzata con il supporto del Comitato glaciologico italiano (Cgi), che dal 23 agosto al 13 settembre monitorerà lo stato di salute di tredici ghiacciai alpini più il glacionevato del Calderone in Abruzzo, per sensibilizzare le persone sugli effetti che i cambiamenti climatici stanno avendo sull’ambiente glaciale alpino. Carovana dei ghiacciai è stata inserita nella piattaforma All4Climate-Italy: essa raccoglie tutti gli eventi dedicati alla lotta contro i cambiamenti climatici che si svolgeranno quest’anno in vista della COP26 di Glasgow.

Ghiacciaio Calderone, Bonardo: “Questa sua capacità di risposta veloce ai cambiamenti climatici ci fornisce dati utilissimi per capire come si evolverà il clima nei prossimi anni”

“Il Calderone è un corpo glaciale situato al centro degli Appennini, vicinissimo al mare, dal comportamento anomalo rispetto a quelli alpini – dichiara Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente – Apparentemente insignificante. Tuttavia questo glacionevato,  ancora oggi nonostante i riverberi della crisi climatica qui ancora più rilevanti e immediati,  ci offre servizi ecosistemici di grande importanza. Non solo per il fatto che le sue acque di fusione costituiscono un rifornimento costante e indispensabile per il rifugio Carlo Franchetti, prossimo al Calderone e alimentano gli ecosistemi situati a quote più alte. La sua importanza è soprattutto dovuta al suo curioso comportamento, unico nel panorama europeo. Questa sua capacità di risposta veloce ai cambiamenti climatici ci fornisce dati utilissimi per  capire come si evolverà il clima nei prossimi anni. Una presenza ricca di informazioni scientifiche e al contempo elemento culturale fondamentale per lo sviluppo di questo bellissimo territorio”.

Calderone, Giardino: “preziose informazioni per ricostruire l’evoluzione climatica ambientale”

“La quarta tappa della carovana dei ghiacciai sul Gran Sasso – dichiara Marco Giardino, segretario del Comitato Glaciologico Italiano – ha rivelato che anche il piccolo e fragile corpo glaciale appenninico del Calderone contiene preziose informazioni per ricostruire l’evoluzione climatica ambientale. Anzi, i dati raccolti e presentati dagli operatori glaciologici hanno dimostrato che qui i cambiamenti sono registrati con maggiore sensibilità e rapidità rispetto ai ghiacciai alpini. Ciò dimostra quanto sia importante proseguire la capillare azione di monitoraggio del Comitato glaciologico, svolta a livello nazionale sin dal 1911.”

Calderone, Stagnini: “impossibile tutelare un solo ecosistema, senza tutelare tutto ciò che a esso è collegato”

“Il monitoraggio di un ghiacciaio rappresenta un simbolo che deve richiamare l’attenzione sulla tutela dell’ambiente a livello globale – dichiara Enrico Stagnini, direttore di Legambiente Abruzzo – E’ infatti impossibile tutelare un solo ecosistema senza tutelare tutto ciò che a esso è collegato. E quindi fondamentale agire adesso, adottando le misure di contrasto e di adattamento ai cambiamenti climatici, sfruttando le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nell’ottica di uno sfruttamento eco sostenibile delle risorse ambientali. Riproporre vecchie idee sul nucleare, oltre ad essere anacronistico, è lontano dagli obiettivi che ci siamo proposti di riduzione dei gas climalteranti. Bisogna contare sulle rinnovabili e sulle nuove tecnologie del risparmio energetico”.

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