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Cofferati

Cofferati: “Che sinistra è quella che non è solidale con il popolo aggredito?”

In un’intervista al Corriere della Sera, Sergio Cofferati, ex leader della Cigli, dice la sua sulla guerra in Ucraina, prendendo una posizione netta e molto chiara. “Non si capisce come possano difendersi senza armi – afferma Cofferati – l’equidistanza giustificata con argomenti assurdi. Pensiamo a cosa accadde con la nostra Resistenza”.

Pubblicato il 27 Marzo 2022

In un’intervista al Corriere della Sera, Sergio Cofferati, ex leader della Cigli, dice la sua sulla guerra in Ucraina, prendendo una posizione netta e molto chiara. “Non si capisce come possano difendersi senza armi – afferma Cofferati – l’equidistanza giustificata con argomenti assurdi. Pensiamo a cosa accadde con la nostra Resistenza“.

Gli ucraini sono oggetto di “un’aggressione violentissima da parte della Russia“, “vanno aiutati anche con le armi”, questa è l’opinione di Sergio Cofferati che spiega di “non comprende le perplessità di quanti, a sinistra, accusano l’Occidente che soccorre l’Ucraina con l’invio di armi. Proprio come la senatrice Liliana Segre, l’ex sindaco di Bologna, non crede alla teoria dell’equidistanza tra Ucraina e Russia, che sembra invece fare presa in una certa sinistra, nella maggioranza dell’Anpi, in una parte del M5S e nella Cgil.

Cofferati, quindi secondo lei è giusto mandare le armi al presidente Zelensky? Gli chiede la giornalista Maria Teresa Meli e lui risponde: “Non capisco la contrarietà al fatto che i Paesi dell’Unione europea e, di conseguenza, anche l’Italia, abbiano dato le armi agli ucraini: senza come fanno a difendersi senza gli aiuti? Pensiamo alla nostra resistenza, senza le armi e l’intervento di altri Paesi non ci saremmo mai liberati dal fascismo e dal nazismo”.

Poi, parla della reazione dell’Europa dice: “Ha dimostrato una compattezza e una coerenza non scontate. Ora bisogna andare avanti con la stessa coerenza guardando al futuro: bisogna cambiare i trattati, riscriverli, e fare in modo che l’Europa diventi quella immaginata dai padri fondatori, perché attualmente non è così”.

Parole chiare, quelle di Sergio Cofferati, in disaccordo, anche con l’Anpi: “Rispetto l’opinione di tutti, ma non sono per nulla d’accordo con questa posizione. Guardando al comune passato, a quello dei nostri genitori, o dei nostri nonni, non si può non arrivare alla conclusione che la libertà e la democrazia vanno difese a tutti i costi”.

Idea precisa anche su quanti sostengono che gli ucraini dovrebbero arrendersi. Solo così, viene spiegato, riusciranno a salvarsi ed eviteranno altre morti.
“L’idea della resa – sostiene Cofferati – è priva di senso, così finirebbero la democrazia e la libertà. Un’eventualità da scongiurare. Che sinistra è una sinistra che non è solidale con un popolo aggredito e che non cerca di aiutarlo in tutti i modi? Peraltro non è affatto detto che se cedessero su questi diritti – la democrazia e la libertà – gli ucraini avrebbero salva la vita. Gli esempi del passato ce lo dimostrano: se non sei d’accordo, se sei un dissidente, ti privano anche della vita o quanto meno te la rendono molto difficile”.