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Coronavirus, Nidil Cgil, Frasca: “cittadini colpiti dal Covid spesso lasciati soli da una carente assistenza sanitaria”

Pubblicato il 14 Novembre, 2020

Si è espresso in questo modo il segretario Nidil Cgil della provincia dell’Aquila, Andrea Frasca: “Le drammatiche vicende personali delle cittadine e dei cittadini colpiti dal Covid che molto spesso sono lasciati soli da una carente assistenza sanitaria sono conseguenza delle criticità che da anni denunciamo, senza aver visto reali soluzioni.” E ancora: “Ci riferiamo alla carenza di personale cronica, strutturale e gravissima della quale soffre la nostra Asl1 Avezzano Sulmona L’Aquila ormai da più di un decennio, solo in parte compensata dall’utilizzo massiccio di personale sanitario, tecnico e amministrativo in somministrazione. Peraltro, gran parte di questo personale viene assunto da anni, con dei contratti a tempo determinato della durata anche di poche settimane. L’ultimo di questi rinnovi scade il 15 dicembre: ancora un mese di agonia e poi di nuovo, forse, qualche altro mese di speranza. Donne e uomini che sono chiamati ad assistere i nostri cari, tutte le cittadine e i cittadini che combattono oggi contro il Covid-19, oltre a mettere a rischio la propria salute e quella dei propri familiari, subiscono la doppia precarietà del contratto in somministrazione e della esiguità della durata dello stesso.”

Frasca: “Molti giovani operatori, sanitari e socio-sanitari, hanno già abbandonato o stanno abbandonando il nostro territorio”

Andrea Frasca ha aggiunto: “Come possiamo pensare che un servizio di tale rilevanza e che richiede un grandissimo sforzo per essere definito ‘di qualità’, possa essere prestato a tali condizioni? Riceviamo continue sollecitazioni rispetto al fatto che gli operatori non si sentono tutelati. Continuano ad ammalarsi e a portare a casa il virus come unico, tragico, ‘premio di risultato‘. Molti giovani operatori, sanitari e socio-sanitari, hanno già abbandonato o stanno abbandonando il nostro territorio, preferendo condizioni contrattuali migliori, garantite da Asl limitrofe. Altri precari addirittura, preferiscono dimettersi e perdere il proprio posto di lavoro, piuttosto che rimanere in condizioni di rischio e senza alcuna prospettiva lavorativa reale. Le nostre sollecitazioni rispetto a tale problematica sono state costanti e ripetute e per questo, riteniamo che il ritardo e le carenze programmatorie assumano un profilo di gravissima colpa e negligenza. Tutto ciò, non può non inficiare la qualità del servizio sanitario del nostro territorio, già demolito e sgretolato. Chiediamo a gran voce che si assumano dei provvedimenti urgenti e straordinari per evitare la catastrofe sanitaria, attraverso uno straordinario piano di reperimento urgentissimo di personale. Ci sembra invece surreale la difesa a testuggine da parte dei vertici aziendali assieme alla gravissima sottovalutazione delle reali condizioni delle strutture sanitarie del territorio, e la continua esposizione al rischio delle lavoratrici e dei lavoratori, che rischiano solo di rendere tragico un quadro di per sé già al collasso.”

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