« Torna indietro

Covid, Crisanti contro Bassetti: “Analfabeta di epidemiologia”

Crisanti contro Bassetti: “Analfabeta di epidemiologia”

Pubblicato il 13 Gennaio 2022

Andavano d’amore e d’accordo. Parliamo di Andrea Crisanti e Matteo Bassetti, che prima di Natale cantavano Jingle bells nella versione “Sì vax”, “se tranquillo tu vuoi stare i nonni non baciare”, con Fabrizio Pregliasco.

Crisanti però, ieri (12 gennaio) a “Non è l’Arena”, ha affermato che le dichiarazioni di Bassetti sarebbero state da “analfabeti di epidemiologia” scatenando la reazione del “collega” Bassetti che ha replicato su Instagram.

Bassetti: “Bisogna finirla con il report serale”

Il direttore della clinica Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova si era espresso in merito al conteggio dei casi di Coronavirus: “Non bisogna continuare a contare come malati di Covid quelli che vengono ricoverati per un braccio rotto e risultano positivi al tampone. E’ anche ora di finirla con il report serale, che non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a fare il report giornaliero”. Questo diceva Bassetti, parlando con Radio Cusano Campus.

Crisanti: “Quando sei in autostrada, guardi l’indicatore di velocità”

E Crisanti in risposta ha aggiunto: “Quando lei guida in autostrada, per capire se va veloce, guarda l’indicatore di velocità e può controllare se si mette in pericolo. Sul cruscotto della pandemia gli indicatori sono il numero dei casi, l’incidenza RT e il numero delle persone che vanno in ospedale e in rianimazione è un effetto collaterale della diffusione del virus”. Ma non finisce qui.

Bassetti, primario infettivologo, su Instagram ha replicato: “Mi hanno detto che Crisanti mi ha dato dell’analfabeta di epidemiologia perché ho suggerito di rendere più clinico e meno biologico il report giornaliero in merito ai contagi. Lo prendo come un gran complimento. Dispiace che chi lo ha fatto parli di come curare la gente, ma non conosca la differenza tra un metatarso e un tampone e che l’ultima volta che ha visitato un paziente (se lo ha mai fatto) è stato forse nel secolo scorso. Scorrendo poi il curriculum non si rileva traccia di studi di virologia, se non dal marzo 2020. L’analfabeta in malattie infettive sembra qualcun altro. Ad maiora”.