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Marco Tardelli ospite della trasmissione 'Mezz'ora in +' condotta da Lucia Annunziata presso gli studi Rai di via Teulada a Roma, 27 novembre 2022. ANSA/CLAUDIO PERI

Doping nel calcio, anche Tardelli lancia l’allarme. “Prendevamo farmaci senza discutere. Io? Spero di essere fortunato”

Pubblicato il 21 Gennaio, 2023

Le morti recenti di ex calciatori in giovane età a causa di brutte malattie hanno acceso i riflettori sul doping nel calcio e su quanti e quali farmaci siano stati presi in passato dai calciatori senza avere contezza assoluta di quello che accadeva. Nelle ultime settimane sono stati tanti gli ex calciatori a dirsi preoccupati per la loro salute per via di quello che veniva loro proposto di prendere per migliorare prestazioni sportive o per guarire più in fretta dagli infortuni. Dopo le dichiarazioni schock di Dino Baggio e Florian Raducioiu, nelle ultime ore sono arrivate anche quelle dell’ex centrocampista di Juventus e Nazionale, Marco Tardelli. Il campione del mondo con la maglia azzurra di Spagna 1982 ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui ha parlato del doping nel calcio e di quello che sta accadendo negli ultimi tempi.

Doping nel calcio, ecco le parole di Marco Tardelli

Raducioiu

Marco Tardelli, sempre sull’argomento doping nel calcio, ha dapprima risposto circa una domanda sul famoso Micoren, l’antiasmatico che molti calciatori prendevano per migliorare le loro prestazioni: “E chi non l’ha preso? Quando giocavo io non c’era l’attenzione di adesso alla farmacologia. Se il giocatore aveva un problema, il medico lo valutava. E se proponeva un farmaco, il giocatore lo assumeva senza discutere. Io andavo in campo anche se non ero a posto. I tempi di recupero erano stretti. È quindi possibile che abbia abusato di farmaci“. Parlando invece sulla morte di Vialli e le dichiarazioni di Dino Baggio, Tardelli ha invece detto: “Non ha fatto un j’accuse. Ha soltanto chiesto di capire: datemi una mano a comprendere cosa ho assunto. E quali potrebbero essere le conseguenze. Io? Spero di essere fortunato. Non credo che ci sia un legame diretto tra le medicine prese e la morte prematura di certi sportivi. Nessuno ha mai spiegato questa relazione. Come si fa a sostenerlo? Certo che centenari nello sport non si vedono. La normalità è 80- 82-83 anni, forse perché il nostro corpo è maggiormente usurato”.

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