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Scoperto negli Stati Uniti l’ “elisir di lunga vita”: i risultati degli esperimenti sui topi

Le ricerche condotte negli Stati Uniti da un team di scienziati hanno dimostrato le potenzialità dell’ormone per allungare la vita.

Pubblicato il 16 Maggio, 2022

Una nuova scoperta della scienza deriva dai topi. E’ stato scoperto infatti all’interno dei loro corpi un ormone in grado di migliorare la salute metabolica dei roditori e di prolungare la loro vita.

L’identikit dell’ormone FGF21

L’ormone costituisce un elisir di lunga vita e consiste in una dieta a basso contenuto proteico, per la quale molteplici ricerche condotte anche su esseri umani hanno dimostrato la sua capacità di apportare dei benefici di non poco conto alla salute. Nello specifico l’ormone si chiama Fattore di crescita dei fibroblasti 21 (sigla FGF21) e comunica al cervello che l’organismo in questione sta eseguendo una dieta a basso consumo di proteine. Così vengono innescati i processi biologici che regolano il metabolismo, consistenti in questi benefici. Attualmente è ancora presto per dire se questa scoperta possa portare longevità di esistenza per gli esseri umani, ma le ricerche effettuate finora lasciano ben sperare.

Il team di ricercatori

A fare questa suggestiva scoperta dell’ormone, partendo da esprimenti effettuati sui topi, un team di ricercatori del Centro di Ricerca Biomedica di Pennington dell’Università della Lousiana, con i quali hanno collaborato i colleghi del Dipartimento di Medicina Interna del Laboratorio di Geriatria della Scuola di Medicina dell’Università dell’Illinois Meridionale. A capo del team il professor Christopher D. Morrison, docente e direttore del Neurosignaling Laboratory dell’istituto di Baton Rouge. Lo stesso professor Morrison ha detto: “I nostri dati suggeriscono che FGF21 comunica al cervello e che senza questo segnale il topo non ‘sa’ che sta seguendo una dieta a basso contenuto proteico. Di conseguenza, il topo non riesce a modificare in modo adattivo il suo metabolismo o il comportamento alimentare”. I benefici studiati nel dettaglio consistono nella riduzione del peso corporeo e dell’adiposità, che a sua volta porta a una maggiore tolleranza al glucosio, a un miglioramento delle prestazioni fisiche e coinvolgendo dei marcatori biologici in fegato, sangue e altri organi.

L’esperimento nello specifico

L’esperimento è stato condotto per la precisione su topi geneticamente modificati e l’ingegneria genetica in questo caso ha silenziato il gene responsabile del fattore di crescita di origine epatica. L’assenza dell’ormone sin dalla nascita ha dimostrato come non si abbia alcun beneficio dalla dieta proteica, mentre per quanto ha riguardato i topi anziani privi di esso è stato dimostrato come loro siano più fragili, come abbiano prestazioni fisiche ridotte e come mostrino una perdita di peso a esordio precoce.

L’obiettivo futuro

Adesso l’obiettivo di questi scienziati è quello di rendere questa scoperta un nuovo mezzo per migliorare la salute dell’uomo con percorsi neurali e molecolari. Il professore John Kirwan ha sottolineato come questo ormone sia importante anche per compensare i problemi di salute che hanno luogo intorno alla mezza età o poco dopo.

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