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Elly Schlein paragonata alla donna di Neanderthal, bufera sull’esponente FdI Luigi Rispoli: “Colpa di un mio collaboratore”

Pubblicato il 4 Maggio 2024

Pochi giorni fa si è riaccesa la polemica sulla violenza verbale usata nel mondo della politica dopo le offese del rapper Gennarone a Giorgia Meloni durante il concerto del 1° maggio. Tale violenza verbale è bipartisan, poiché si è verificato un altro episodio censurabile che questa volta vede coinvolti la leader del Pd Elly Schlein e Luigi Rispoli, vicepresidente del coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia a Napoli e membro dallo scorso gennaio della Commissione consultiva per il teatro, organo ausiliario del ministero della Cultura.

Il paragone della Schlein alla donna di Neanderthal: “Chiedo scusa”

Pochi giorni fa circolò sui social la ricostruzione del volto della donna di Neanderthal in occasione del lancio di un documentario su Netflix. Dal profilo social di Luigi Rispoli è stato pubblicato il post della discordia, con i volti della Schlein e della donna di Neanderthal uno di fianco all’altro, foto accompagnata da questa scritta: “Separate alla nascita…“.

Il post ha sollevato aspre polemiche e furiose proteste, costringendo lo stesso Rispoli a cancellare subito il post e porgere le sue scuse con queste parole: “A volte la fiducia viene mal riposta e qualche collaboratore fa cose che non dovrebbe. Un post che voleva essere simpatico non lo è affatto e per questo chiedo scusa a Elly Schlein”. Insomma Rispoli ha declinato ogni responsabilità e ha attribuito la paternità del post imbarazzante ad un suo collaboratore.

La protesta del Pd: “Sangiuliano rimuova Rispoli”

Irene Manzi, capogruppo dem in Commissione Cultura alla Camera, ha subito chiamato in causa il ministro Gennaro Sangiuliano: “Si scusi, prenda le distanze e rimuova Rispoli dalla Commissione”, condannando il post gravemente offensivo e sessista.

Al momento non sono arrivati commenti da parte di Sangiuliano, anche se la dem Manzi ha usato parole piuttosto dure contro il ministro: “Il ministro sta indicando nelle istituzioni culturali numerosi esponenti del suo partito. Una vera e propria occupazione politica di istituti e commissioni che dovrebbero non avere pressioni e preconcetti”.