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Elon Musk

Elon Musk ammette: “X potrebbe fallire”. Fuga di scienziati dall’ex Twitter

Pubblicato il 21 Agosto 2023

“La triste verità è che non ci sono grandi social network al momento. Noi potremmo fallire, come molti hanno previsto, ma proveremo fino alla fine”.

E’ l’ammissione di Elon Musk su X, la ex Twitter.

Il miliardario apre ancora una volta alla possibilità che l’app fallisca dopo che un problema tecnico ha fatto sì che le foto postate prima del dicembre 2014 venissero cancellate.

Intanto, è cominciato l’esodo degli scienziati da Twitter, ormai diventato a tutti gli effetti X: secondo un sondaggio di Nature, in migliaia avrebbero già ridotto l’utilizzo del social network o l’avrebbero addirittura abbandonato in disaccordo con la nuova gestione di Elon Musk, che a giudizio di molti lascerebbe sempre più spazio a profili falsi, hater e troll.

I primi dubbi erano emersi già lo scorso autunno dopo l’acquisizione di Twitter dal patron di Tesla e SpaceX.

In molti, anche sulle pagine di Nature, si domandavano quale sarebbe stato il destino della piattaforma di microblogging che nell’ultimo decennio aveva impresso un forte cambiamento nella comunicazione scientifica, favorendo le interazioni tra ricercatori e facilitando un rapporto diretto con il pubblico.

Le inquietudini di molti hanno poi trovato conferma nelle nuove e discusse politiche imposte da Elon Musk, come i tagli per le attività di moderazione dei contenuti, la spunta blu a pagamento e il limite massimo al numero di tweet che gli utenti possono leggere ogni giorno. Ora che Musk ha quasi completato la transizione da Twitter a X e i cinguettii sono stati sostituiti dai post, i risultati iniziano a vedersi.

Pochi giorni fa, uno studio pubblicato sulla rivista Trends in Ecology & Evolution aveva evidenziato come la nuova gestione di Twitter-X avesse allontanato quasi la meta’ degli utenti attenti alla questione climatica e ambientale, ridimensionando il ruolo del social network come piazza virtuale dove sensibilizzare l’opinione pubblica e organizzare mobilitazioni.

Una simile tendenza alla fuga si sta registrando anche nella comunita’ scientifica, come dimostra il sondaggio condotto da Nature su quasi 9.200 scienziati utenti di Twitter-X. Dai risultati emerge che piu’ della meta’ di loro ha ridotto il tempo di utilizzo della piattaforma negli ultimi sei mesi e quasi il 7% ha smesso di usarla del tutto.

“Le motivazioni date dai partecipanti sono varie – si legge sul sito di Nature – ma molti di coloro che hanno marcatamente ridotto o interrotto la loro attivita’ su X menzionano la gestione della piattaforma da parte di Musk. Molti dicono di aver notato un aumento della quantita’ di account falsi, troll e incitamento all’odio sulla piattaforma”.

Il 46% degli intervistati ha gia’ aperto un profilo su altri social media come Mastodon, Linkedin, Instagram e TikTok, mentre cresce il timore che questa frammentazione faccia perdere coesione alla comunita’ scientifica che aveva stretto relazioni più forti attraverso il vecchio Twitter.

Cosa accadrà ora? “Non è chiaro se X riuscirà a riconquistare la sua attrattiva per gli scienziati o se qualche altra piattaforma di social media crescerà al suo posto”, scrive Nature. Secondo Inger Mewburn, ricercatrice nel campo dell’educazione e della tecnologia all’Università Nazionale Australiana a Canberra, la perdita di Twitter non sarà un colpo fatale per l’iniziativa scientifica. “Non credo che la scienza sia diventata eccessivamente dipendente dai social media”, afferma l’esperta. A suo parere gli scienziati potranno avere maggiori difficoltà nel fare rete e nel costruire le loro carriere, ma di sicuro escogiteranno nuove soluzioni creative per superare l’impasse.