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Energia, allarme bollette: “Si minaccia la sicurezza nazionale”

Pubblicato il 30 Agosto 2022

“La bolletta dell’energia elettrica? A luglio è passata da 20-22 mila euro a 58 mila, praticamente triplicata. Quella del metano? Da 6 a 14 mila, raddoppiata. Se non mettono mano a qualcosa di serio anche la nostra attività è seriamente a rischio nei prossimi mesi”.

A lanciare l’allarme è Andrea Sfascia, presidente dell’azienda a conduzione familiare proprietaria di Borgobrufa, spa-resort con un centro benessere di circa 3 mila metri quadri sulle colline vicino Perugia.

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Un’azienda anche questa energivora, con più di una ottantina di dipendenti e quattro milioni e 600 mila euro di fatturato lo scorso anno.

“L’aria condizionata per le nostre camere, il riscaldamento di saune, piscina e degli altri servizi che offriamo consumano energia – dice Sfascia – e gli aumenti stanno erodendo l’utile aziendale. Ci sono poi la crescita dei prezzi delle materie prime del ristorante, delle bevande e dei ricambi, del 20-40 per cento in media. Una sorta di aumenti preventivi perché molte aziende li stanno applicando in funzione di quanto si pensa potrà accadere, non della situazione attuale e reale”.

Secondo Sfascia, ex presidente della sezione Turismo di Confindustria Umbria, c’è poi da considerare “una maggiore prudenza da parte dei turisti, che sempre di più scelgono vacanze più corte e limitano i servizi dei quali usufruiscono per i quali i costi per accedere alla struttura sono cresciuti solo del tre-quattro per cento”.

Per il presidente di Borgobrufa “il rischio è che la situazione si faccia insostenibile”.

“Non so – sostiene – se ce la faremo a restare sempre aperti o se diventi addirittura più conveniente stare chiusi. Non vogliamo arrivare a questo, anche perché poi cosa accadrebbe ai nostri dipendenti? Ma veniamo da un periodo già disastroso come quello del Covid e bisogna che facciano qualcosa”.

E Matteo Salvini torna a sollecitare un intervento sul nodo energia.

“Litighiamo su tutto, ma sulle bollette di luce e gas apriamo subito il Parlamento e mettiamo un tetto agli aumenti” e “basta copiare la Francia di Macron”, perché “questa è un’altra guerra e i lavoratori rischiano di morire con le aziende chiuse”, ha detto il segretario della Lega durante un incontro elettorale a Cammarata, nell’Agrigentino, ricordando che “questa è la proposta della Lega”, ma che “da giorni Letta tace su questo”.

Il Pd, intanto, attraverso le presidenti di senatori e deputati Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, attacca “le aziende che stanno rifiutando di versare la tassa sugli extraprofitti perché mettono a rischio la tenuta economica e sociale del Paese. Per questo il governo deve intervenire al più presto con tutti gli strumenti a disposizione per recuperare quanto dovuto dalle aziende”.

L’allarme dei presidenti delle Confindustrie del Nord: “Ammontano a 40 miliardi gli extra costi dell’emergenza energetica” e “l’impatto è devastante con il rischio di deindustrializzazione e minaccia alla sicurezza nazionale”.

Dal 2019 al 2022, spiegano i presidenti, il totale dei costi di elettricità e gas sostenuti dal settore industriale delle quattro regioni ammontava a circa 4,5 miliardi di euro, mentre nel 2022 gli extra-costi raggiungeranno, nell’ipotesi più ottimistica rispetto all’andamento del prezzo, una quota pari a circa 36 miliardi di euro che potrebbe essere addirittura superiore ai 41 miliardi nello scenario di prezzo peggiore. Sassi, Buzzella, Gay e Carraro sottolineano che “le imprese non possono attendere un giorno di più quelle misure necessarie a calmierare i prezzi di gas ed energia elettrica”.

Proseguono le riunioni tecniche del governo sul dossier energia: in mattinata il ministro dell’Economia, Daniele Franco, è tornato a Palazzo Chigi dove già erano al lavoro il presidente del Consiglio Mario Draghi e il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli.