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Enigma grammaticale di 2.500 anni fa risolto da uno studente

Pubblicato il 19 Dicembre 2022

Un problema grammaticale risalente a 2500 anni fa e che nessuno era stato mai capace di decifrare è stato risolto da uno studente di Cambridge.

Il 27enne Rishi Rajpopat, che sta facendo un dottorato al prestigioso ateneo britannico, dopo sei mesi di studio ha fatto una scoperta sulla grammatica sanscrita che è stata definita dagli esperti “una novità assoluta”.

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Il sanscrito è la lingua sacra dell’induismo, ma anche la lingua con cui filosofi, poeti e studiosi indiani hanno comunicato a lungo. Oggi è parlato solo da 25mila persone, ma ha ancora una grande importanza culturale.

Rajpopat, anch’egli originario dell’India, ha dedicato a questa lingua al sua tesi di laurea. Nella sua carriera di ricerca si è dedicato a decodificare la “macchina linguistica” di Panini, un grammatico indiano che visse nel Gandhara, famoso per aver formulato le 3.959 regole della morfologia sanscrita nella grammatica conosciuta come Aṣṭadhyayi.

Questa grammatica, risalente sembra al V secolo A.C., si basava su un sistema che funzionava come un algoritmo per trasformare la base e il suffisso di una parola in parole e frasi grammaticalmente corrette. Tuttavia, spesso due o più regole di Panini si applicano contemporaneamente, dando luogo a conflitti.

Panini insegnava un “metaruolo”, che tradizionalmente viene interpretato dagli studiosi nel senso che “in caso di conflitto tra due regole di uguale forza, vince la regola che viene dopo nell’ordine seriale della grammatica”.

Tuttavia, ciò portava spesso a risultati grammaticalmente errati.

Rajpopat con la sua interpretazione ha respinto l’interpretazione tradizionale del metaruolo e ha invece sostenuto che Panini intendeva dire che tra le regole applicabili rispettivamente al lato sinistro e al lato destro di una parola, Panini voleva che scegliessimo la regola applicabile al lato destro.

Utilizzando questa interpretazione, ha scoperto che la “macchina linguistica” di Panini produceva parole grammaticalmente corrette con quasi nessuna eccezione.

“Spero che questa scoperta infonda negli studenti indiani la fiducia, l’orgoglio e la speranza di poter raggiungere grandi traguardi”, ha dichiarato Rajpopat, così come riporta la Bbc. Il suo supervisore a Cambridge, il professore di sanscrito italiano Vincenzo Vergiani, ha spiegato che il giovane ricercatore “ha trovato una soluzione straordinariamente elegante a un problema che ha lasciato perplessi gli studiosi per secoli”.

A suo avviso “questa scoperta rivoluzionerà lo studio del sanscrito in un momento in cui l’interesse per questa lingua è in aumento”.