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Un immagine della raffineria ENI e nel riquadro Eugenio Giani (pentafoto)

Eugenio Giani e il termovalorizzatore sotto i cingoli della polemica.

Pubblicato il 7 Giugno, 2020

Ha evocato i carri armati, ma al momento sotto i cingoli di una polemica che si infiamma ogni ora di più c’è finito proprio lui. Eugenio Giani, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali sta facendo i conti con una sortita che rischia di costargli molto cara nella gestione della campagna elettorale, in particolare sul territorio della costa toscana, e soprattutto a Livorno. Per quanti sforzi abbia fatto di ridurre a malinteso o fakenews l’interpretazione che è stata data del suo intervento in una diretta facebook con alcuni amministratori e dirigenti Pd dell’area pistoiese, le parole di Giani sulla inrinviabile necessità di un termovalorizzatore al posto dell’ormai tramontato sito di Case Passerini, alle porte di Firenze, hanno finito per creare un inevitabile nesso con il progetto di trasformare proprio a fini di smaltimento dei rifiuti la centrale Eni di Stagno, a due passi da Livorno. Due più due fa quattro e solo un sordo o un candido può sostenere oggi che il nesso termovalorizzatore-Stagno-carri armati sia frutto di un equivoco interpretativo. Alle prime, furenti, reazioni delle formazioni politiche a sinistra del Pd, ambientaliste e anche più radicali, ma numericamente essenziali alle ambizioni del successo elettorale finale, con il passare delle ore si sono aggiunte quelle, più prevedibili e altrettanto furenti, del Movimento 5 Stelle e del centrodestra con la candidata presidente Ceccardi in testa. Che, ovviamente, ha fiutato il boccone ghiotto. E, mentre il sindaco Luca Salvetti ha ribadito le posizioni già note di attesa della presentazione del progetto definitivo della riconversione della raffineria Eni, il Pd livornese ha rotto il silenzio, evidentemente imbarazzato e imbarazzante della direzione regionale del partito, per ribadire che si è trattato di uno spiacevole malinteso e che, comunque, le scelte, come sempre saranno fatte con il coinvolgimento e consenso dei cittadini. Intanto sullo sfondo di questa deflagrazione, che accentua vertiginosamente i toni delle storiche rivendicazioni della costa nei confronti delle politiche regionali fino a oggi vissute come troppo fiorentinocentriche, si affacciano due elementi tutt’altro che trascurabili: 1) i sondaggi che riducono a soli due punti percentuali l’attuale vantaggio del centrosinistra sul centrodestra in vista del voto di settembre; 2) la decisione di Matteo Renzi, sponsor storico di Giani, di presentarsi al voto con proprie liste sotto il simbolo di Italia Viva. Apparentemente non cambia nulla sul piano delle alleanze. Ma l’imprevedibilità di Renzi, lo sa bene anche Giani, non disdegna i cingoli.

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