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Una veduta aerea dello stabilimento dell'Ilva di Taranto, 2 ottobre 2013. ANSA/UFFICIO STAMPA QUESTURA DI TARANTO ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

Ex Ilva: ‘Basta sacrifici per Taranto’, Sud In Movimento alla manifestazione del 22 maggio

Pubblicato il 12 Maggio, 2022

Mentre a Taranto si onora il Santo Patrono, a Roma si prendono 150 milioni di euro rivolti alle bonifiche e si destinano a favore di una fabbrica in fin di vita. La cifra servirà per comperare carbone, a prezzi più alti, necessario a far marciare impianti sotto sequestro e pericolosi per cittadini e lavoratori.

L’obiettivo del governo Draghi è chiaro: utilizzare la scusante della guerra per cercare di alimentare produzioni a carbone, e non ci riferiamo solo a Taranto, ma anche alla riapertura delle fonti a carbone che non è più un’idea così lontana nel tempo.

Taranto, ancora una volta, viene sacrificata in favore della produzione, ma soprattutto in favore delle aziende del Nord che sono i centri di rilavorazione dell’acciaio prodotto nell’Ex-Ilva.

Una situazione inverosimile che stona con la realtà di una città, e ancor più di un territorio intero, che ha già trovato nuove strade da percorrere per favorire sviluppi alternativi degni della bellezza che caratterizza la nostra terra.

Ancora una volta vengono ignorati gli sforzi degli operatori locali che da anni si prodigano per far ottenere alla nostra provincia quel riscatto tanto atteso, ma che continuamente viene calpestato dal governo di turno in barba a qualsiasi volontà popolare e a qualsiasi articolo della Costituzione.

Non siamo disposti a vivere e a far vivere le future generazioni in un contesto in cui i diritti essenziali sono continuamente negati a causa di scelte calate dall’alto, dai signori che siedono a Roma e grazie alle tante teste chine di molte forze politiche locali.

La negazione dei diritti a Taranto comporta come conseguenze la marginalizzazione e l’incremento delle fasce sociali deboli, uno stato di salute precario sotto ai fumi dell’acciaieria, una totale discrepanza tra chi potrà permettersi di vivere, di curarsi e chi invece dovrà lottare per garantirsi semplicemente il pane a fine giornata.

Per quanto ancora potranno intendersi vivibili un pezzo di suolo, un lembo di mare e l’aria sopra le nostre teste se sono continuamente mortificate ed usate indiscriminatamente per sversarci veleni e riempire le tasche di chi in questo posto non ci abita e non lo conosce?

Non esistono più scuse, adesso è il momento di unirsi e agire. Mettere da parte i personalismi e rivendicare una piattaforma unitaria di riscatto per la nostra terra.

Domenica 22 Maggio saremo presenti alla manifestazione organizzata a Taranto dal “Comitato cittadino per la salute e l’ambiente a Taranto”. (Comunicato Sud In Movimento)

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