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Una veduta aerea dello stabilimento dell'Ilva di Taranto, 2 ottobre 2013. ANSA/UFFICIO STAMPA QUESTURA DI TARANTO ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

Ex Ilva: Commissari, ‘Dissequestrare area a caldo’

Pubblicato il 5 Aprile, 2022

Presentata istanza a Corte Assise, ‘cambiato scenario emissioni’

I legali dei commissari di Ilva in Amministrazione straordinaria hanno presentato alla Corte d’Assise di Taranto un’istanza di dissequestro degli impianti dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico, ora gestito da Acciaierie d’Italia.

Sono gli impianti sotto sequestro dal 26 luglio 2012 in base a un’ordinanza che firmata dal gip Todisco nell’ambito dell’inchiesta per associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari e alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. All’azienda fu poi concessa la facoltà d’uso.

Secondo i commissari straordinari di Ilva in As è cambiato lo scenario delle emissioni rispetto a dieci anni fa grazie ai lavori ambientali e ci sono i presupposti per revocare i sequestri.

La Corte d’Assise di Taranto che ha ricevuto l’istanza è la stessa che l’1 giugno 2021 ha emesso la sentenza di primo grado del processo ”Ambiente Svenduto” infliggendo 26 condanne (tra dirigenti della fabbrica, manager e politici) per 270 anni di carcere e disponendo sia la confisca degli impianti dell’area a caldo che la confisca per equivalente dell’illecito profitto nei confronti delle tre società Ilva spa, Riva fire e Riva forni elettrici per una somma di 2,1 miliardi.

Tra i principali imputati, spicca la condanna rispettivamente a 22 anni e 20 anni di reclusione per Fabio e Nicola Riva, ex proprietari e amministratori dell’Ilva. Le motivazioni della sentenza non sono ancora state depositate. (ANSA)

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