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Ex Ilva: Surgo (MES) su Cigs, ‘Bene presa posizione sindacati’

Pubblicato il 31 Marzo 2022

Registriamo con estrema soddisfazione la presa di posizione dei sindacati dei metalmeccanici che non hanno firmato l’accordo con Acciaierie d’Italia sulla cassa integrazione per i lavoratori ex Ilva. Lo dichiara Antonio Surgo, responsabile delle relazioni industriali per Taranto, Brindisi e Lecce del Mes, per il movimento socialista europeo che da tempo denuncia la mala gestione che riguarda lo stabilimento ionico.

La decisione delle organizzazioni sindacali, cui l’azienda ha reagito con l’avvio della cassa per 2500 dipendenti, è finalizzata a salvaguardare i livelli occupazionali pesantemente minacciati dalle decisioni aziendali. Si teme che l’azienda intenda ridimensionare gli attuali assetti occupazionali avviando al licenziamento circa tremila unità.

Tutto questo mentre il Governo sta a guardare. La situazione è paradossale: mentre il premier Draghi riconferma la centralità dello stabilimento ionico per il sistema Italia, non interviene, però, a sanare il grave stato di cose che interessa la grande fabbrica determinato da una gestione che più volte abbiamo definito scandalosa.

Mentre ai lavoratori viene chiesto un sacrificio altissimo, il ricorso agli ammortizzatori sociali, il management aziendale continua a sperperare danaro pubblico. Il tutto in spregio alle difficoltà finanziarie in cui versano le casse dell’azienda che si riverberano in mancato approvvigionamento di materie prime e difficoltà nei pagamenti.

La situazione delle ditte dell’appalto è grave ed emblematica, tanto per fare un esempio, ed è determinata dai tempi dilatati di Acciaierie d’Italia che, nonostante le pressioni, ha sbloccato solo parzialmente i pagamenti e lo scaduto. Ma vi è di più. In azienda continuano a lavorare ditte che non risponderebbero ai requisiti previsti dalla compliance aziendale a cominciare dal mancato possesso del certificato antimafia a cui si ovvia con una semplice autocertificazione.  

Non si può non sollecitare per l’ennesima volta il premier Draghi e il presidente Bernabè a esercitare un decisivo cambio di passo che non può non passare da una vera e propria rivoluzione negli assetti manageriali. “Draghi e il ministro Giorgetti devono mandare a casa il management aziendale al più presto. E mi riferisco all’ Amministratore Delegato e ai Responsabili delle Risorse Umane, delle Relazioni Esterne e dell’Ufficio Acquisti di Milano. Non appena Invitalia avrà la maggioranza del capitale sociale devono al più presto operare questa scelta”- tuona Surgo. “Senza questo decisivo intervento l’azienda è destinata al baratro – conclude Surgo – e con essa il tessuto socio economico occupazionale della città”. (Comunicato stampa)