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Export 1° semestre 2020 al -7,6%: Tuscia in discesa

In sofferenza manifatturiero ceramico e tessile, stabile invece l’agroalimentare

Pubblicato il 17 Settembre, 2020

In sofferenza manifatturiero ceramico e tessile, stabile invece l’agroalimentare

I dati dell’Istat sul commercio estero per le imprese della Tuscia del primo semestre confermano quanto si temeva: un calo del -7,6% determinato dal -21% del secondo trimestre, in parte mitigato dal buon andamento del primo trimestre +8,3%. Unico elemento confortante è il confronto su base regionale, dove si è registrata una diminuzione pari al -14,3%, e nazionale con -15,3%. Anche le importazioni nella provincia di Viterbo registrano un leggero calo nel primo semestre 2020 corrispondente a -2%.

“La dinamica dell’export nel secondo trimestre 2020 – spiega Francesco Monzillo, segretario generale della Camera di Commercio Viterbo – è condizionata dagli effetti economici che l’emergenza Covid-19 ha avuto a livello generale sulle esportazioni italiane nei mesi di marzo e aprile nei quali l’Italia è stata interessata dal lockdown”.

Passando all’analisi dei singoli comparti dell’export provinciale, nel primo semestre dell’anno 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente il comparto agroalimentare registra in totale una certa stabilità (+0,1%), con una diminuzione nella vendita dei prodotti agricoli del -2,5% mentre per la lavorazione alimentare troviamo una crescita del +5% circa. Nello specifico troviamo una diminuzione dell’export di prodotti delle colture permanenti (-7,9%), un calo per frutta e ortaggi lavorati e conservata (-3,7%) mentre cresce l’export di per prodotti lattiero-caseari (+20,7%) dei prodotti legati all’industria delle granaglie, amidi e prodotti amidacei (+6,4%) e di altri prodotti alimentari (+78,8%). Positivo l’export di carne lavorata, mentre risulta negativo per le bevande e gli oli, ma questi settori rivestono un ruolo meno incisivo. Il comparto agroalimentare mantiene comunque una quota importante nelle esportazioni totali provinciali con il 31% circa dell’export totale.

Il settore manifatturiero mostra una diminuzione complessiva del -8% con molti settori, ovviamente, che presentano un segno meno: comparto tessile -9,4%, insieme all’industria degli apparecchi elettrici (-28,3%) ai macchinari e apparecchi n.c.a. (-5,8%), prodotti chimici (-8%) e agli altri prodotti delle attività manifatturiere (-19,3%).

Il comparto ceramico, che da solo rappresenta il 30% dell’export complessivo, nel secondo trimestre perde il 23% rispetto al primo trimestre, mentre complessivamente nel semestre registra una diminuzione del -12,9%; negativo anche il settore lapideo -19,1%, mentre troviamo un segno positivo per prodotti in gomma e nelle materie plastiche, +9,9% e nei prodotti in vetro, +4,9%.

Segno positivo, come detto sopra, anche per i prodotti della lavorazione alimentare (+4,9%), per l’industria dei metalli (+14%) e per computer ed apparecchi elettronici (+36,3%).

L’Europa si conferma come il principale mercato di sbocco per le esportazioni della provincia di Viterbo, con il 77% dell’export complessivo, con un calo registrato verso il vecchio continente del 9%. Tra i paesi europei si rileva un calo delle esportazioni importante verso la Germania (-13%), la Slovenia (-42%), la Spagna (-13%), Regno Unito (-30%) e Austria -5%. Positivo l’export verso la Francia (+4%), Paesi Bassi (+15%), Belgio (+23%) e Svizzera (+9%). In ambito extraeuropeo la situazione è ancora peggiore: l’export verso il continente americano segna un -12%, in particolare nell’America settentrionale -16%, in Asia (-1%). Positivi, anche se con valori piuttosto bassi, l’export verso Oceania (+46%) e Africa (+9%)..

Entrando nel dettaglio dei Paesi più importanti i termini di export, si registra un segno meno per gli Stati Uniti (-14%) e per la Cina (-20%), in controtendenza la Russia con un buon +34%.

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