Pubblicato il 24 Gennaio 2025
“Prendo tutto il cibo di cui ho bisogno dai cassonetti: sono quattro anni che non vado al supermercato“.
Da quattro anni, Sofie Juel Andersen, una trentenne danese, non mette piede in un supermercato, per lei, frugare tra i rifiuti è diventato un vero e proprio stile di vita. Non si tratta di una necessità dovuta a difficoltà economiche, ma di una scelta consapevole e guidata da motivazioni etiche. Questa pratica, conosciuta come dumpster diving, consiste nel recuperare alimenti scartati, spesso da supermercati, ma ancora perfettamente commestibili.
“Ho iniziato per gioco”
Sofie ha iniziato a rovistare nei cassonetti nell’ottobre del 2020, quando viveva a Sydney, in Australia: “Ho sempre saputo dell’esistenza del concetto di dumpster diving ed ero molto curiosa al riguardo. Non l’avevo mai fatto prima, quindi ho pensato di dare un’occhiata a un cassonetto e quello che ho trovato è stato pazzesco: era pieno di cibo fresco e adatto per essere consumato”.
Seguendo questo metodo da quattro anni, la giovane ha scoperto di poter risparmiare notevolmente: “Nel 2024 ho speso appena 99 dollari, circa 95 euro, nei supermercati. Lì acquisto solo prodotti per la casa, come carta igienica e detersivi”. Grazie al denaro risparmiato, la trentenne ha la possibilità di esplorare il mondo: “I soldi che non spendo mi permettono di viaggiare liberamente. Ho visitato Kenya, Argentina, Italia, Spagna e Dubai”.
Quello che all’inizio era nato come un semplice esperimento si è trasformato, per la donna, in una vera e propria missione di vita: “Voglio sensibilizzare le persone sul tema dello spreco alimentare e far riflettere su come percepiamo il cibo. Anche se ha superato la data di scadenza o presenta qualche difetto, può essere ancora perfettamente consumabile”.