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FdI, i consiglieri regionali con il grido di aiuto delle imprese venete

Pubblicato il 7 Aprile, 2021

7.4.2021 – “Se mi chiudi, non mi chiedi”, consegnate dai consiglieri regionali ai parlamentari FdI le istanze delle imprese venete. Un documento contenente le richieste e le proposte delle aziende e imprese venete per uscire dalla crisi provocata dal Covid-19: questo quanto consegnato dai consiglieri del gruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale ai propri rappresentanti in parlamento martedì 6 aprile mattina a Venezia, in occasione del flash mob “Se mi chiudi non mi chiedi. La voce delle imprese venete”.

Chi ha guidato la delegazione


A guidare la delegazione, il capogruppo Raffaele Speranzon e l’assessore
regionale alle politiche del lavoro Elena Donazzan; con loro, i colleghi di
Palazzo Ferro Fini Joe Formaggio, Daniele Polato, Tommaso Razzolini e
Enoch Soranzo.


Sono stati loro, nel corso delle ultime settimane, a confrontarsi con tutte
le categorie economiche messe in ginocchio non solo dalla pandemia, ma
anche dalle scelte dei governi. Da questi confronti, sono nate le richieste
consegnate in mattinata ai senatori FdI Luca De Carlo, coordinatore
regionale del partito, e Adolfo Urso, e ai deputati Ciro Maschio e Maria
Cristina Caretta.

“Alcuni settori economici hanno perso in un anno circa il 70% del loro
fatturato, e sono poco meno di 300mila le aziende a livello nazionale in
seria difficoltà”, sottolinea Speranzon. “Pensiamo all’impatto che le
chiusure imposte alle attività hanno avuto sul settore del turismo, la
prima economia del Veneto: alberghi, bar e ristoranti chiusi nonostante
gli investimenti in sicurezza, stesso dicasi per le palestre e buona parte
delle attività commerciali, con un crollo del fatturato in particolare per le
attività legate all’indotto turistico; e mentre l’economia soffre, l’apparato
burocratico cresce, aumentando la mole di lavoro per le aziende anche
solo per accedere a quei “sostegni” che poi si sono rivelati ridicoli”.

«Aiuti reali per coprire almeno i costi fissi»


“Sburocratizzazione, aiuti reali per coprire almeno i costi fissi, un
intervento sulla pressione fiscale ancora altissima e che pare destinata a
crescere ancora: queste, insieme a tante altre, le richieste che le imprese
venete fanno al governo per non morire e per non lasciare sulla strada
decine di migliaia di famiglie. Istanze che abbiamo subito girato ai nostri
parlamentari perché diventino emendamenti da presentare in occasione
della discussione del decreto Sostegni”, conclude Raffaele Speranzon.
“Se non si cambia sistema e non si procede con una programmazione
rapida delle riaperture in sicurezza, assisteremo a una strage
economica e sociale ben peggiore di quella che stiamo vivendo ora.
Vergognoso poi che, vista l’attuale situazione che vede l’economia
sprofondare e gli esercenti disperati, il governo continui a sperperare
soldi per pagare i navigator del reddito di cittadinanza e metta a
disposizione addirittura 5 miliardi per il Cashback, utile solo alle
banche. Il governo Draghi purtroppo sta continuando a propinarci le
ricette fallimentari del governo Conte”.

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