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Fedez

Fedez: “Prendevo tantissimi psicofarmaci, sono arrivato alla balbuzie”

Pubblicato il 27 Febbraio 2024

“In questo Paese si parla così poco della salute mentale che anche chi ha i mezzi ed è privilegiato, come me, può incappare in situazioni tremende. Prendevo tantissimi psicofarmaci tutti insieme che servivano a reprimere gli effetti collaterali l’uno dell’altro. Sono arrivato alla balbuzie, forse lo ricorderete. A quel punto ho smesso di prenderli di botto e sono andato in una depressione ancora più acuta. La mia ignoranza sul tema della salute mentale è però un fenomeno che riguarda tutti, non importa il privilegio. Non c’è distinzione di età o sociale”.

Così Fedez.

Pochi giorni dopo la diffusione della notizia della separazione con Chiara Ferragni, stamattina ha partecipato a un incontro con gli studenti al Circolo dei Lettori di Torino.

Il tema “La salute mentale è un diritto dei giovani” è stato promosso da Acmos e ha spopolato tra gli studenti, a cui era riservato l’incontro, che riempiono ogni angolo delle tre sale del Circolo, con 370 presenze.

Il contesto è quello della seconda edizione del festival sul benessere mentale per le nuove generazioni dal nome “Tu mi hai capito?”. Tra pandemia, crisi climatica e precarietà, la salute mentale è diventata la sfida più grande per i ragazzi e le ragazze di oggi, alimentata dalle difficoltà che i social network portano con sé. Oggi ad ascoltare ci sono gli studenti del liceo Passoni, di Piazza dei Mestieri e da Immaginazione lavoro.

Fedez

“Come fare ad accendere un riflettore su questo tema e far sì che diventi il tema principale di questo Paese? – ha detto il cantante – Stiamo parlando della cosa più importante che abbiamo. La salute mentale e fisica devono andare di pari passo. Ma quella mentale in questo Paese non viene considerata”. 

La star dei social ha parlato anche dei social medesimi: “Questa generazione è la cavia dei social. Mi dispiace, ma è così. Andrebbero studiate le ripercussioni psicologiche, psichiatriche e sociali degli stessi social network. Ad oggi ci sono pochissimi studi, per questo siamo cavie”.

E ha aggiunto: “Credo di essere testimone del fatto che il denaro e la fama risolvano un solo problema, ma non tutti. So che suonerà retorico ma è così”.

Ha confidato che di salute mentale si è occupato a lungo nella sua esperienza personale: “Dopo 7 anni di terapia ho capito che io sono i traumi che mi hanno dato i miei genitori, anche se lo hanno fatto in maniera inconsapevole. Essere genitori è la cosa più complicata del mondo, chiunque lascerà dei traumi. Per questo ha senso parlare dei problemi con le persone care, ma a volte è meglio parlarne con persone esperte”.

“I nostri ragazzi ascoltano più lui che i loro genitori o insegnanti – dice Sabrina Balma, docente del liceo artistico Aldo Passoni di Torino – per questo credo sia importante che anche influencer come lui parlino di questi temi così importanti”.

Il messaggio è sempre lo stesso: non bisogna avere paura di chiedere aiuto. Ma tra il dire e il fare ce ne passa.

I ragazzi sembrano, però, più attratti dalla figura di Fedez che dal tema della salute mentale, riferisce La Stampa.

Secondo Anoir, 17 anni, che studia come elettricista all’Engim, la cosa più importante è la testimonianza di ciò che Fedez sta vivendo: “Sappiamo tutti che sta passando momenti difficili, tra la malattia e la separazione con sua moglie. Raccontare quello che sta passando forse può essere di aiuto per tutti coloro che si trovano in situazioni simili”.

Perché proprio Fedez? Pseudonimo di Federico Leonardo Lucia, 34 anni, prima ancora di essere un rapper è un grande comunicatore. Tra il suo podcast Muschio Selvaggio e il matrimonio con l’imprenditrice Chiara Ferragni, ormai l’immagine di Fedez è arrivata a essere più importante della sua stessa musica e quando parla di un certo tema ai suoi 14,6 milioni di follower si spostano maree anche nel dibattito pubblico.

Dal racconto della malattia, al disagio, alla necessità di prendersi cura della salute mentale, alle dispute con la Rai. I suoi messaggi sono diretti e mirati e arrivano soprattutto ai giovani.