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Femca Cisl Catania, confermata la segreteria territoriale

Durante il VI congresso territoriale della Femca Cisl si è discusso di diversi argomenti.

Pubblicato il 22 Dicembre 2021

La crisi di moda e plastica. Il paradosso del farmaceutico. L’assetto delle partecipate comunali. Le aspettative nel Pnrr per i servizi idrici integrati. Al VI congresso territoriale della Femca Cisl Catania, la situazione dei settori produttivi dell’energia, del chimico e del tessile che attenderanno la nuova segreteria: alla guida è stato confermato Giuseppe Coco, insieme ai componenti di segreteria Laura Salamone e Stefano Costa. Alla presenza di Franco Parisi, reggente regionale Femca Cisl, Luciano Tramannoni, responsabile del comparto chimico della Femca nazionale, e Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, Coco ha passato in rassegna le condizioni dei settori produttivi.

Già prima della pandemia – ha esordito – il settore tessile etneo era gravato dalla cassa integrazione, e addirittura la D&B che lavorava in conto Diesel ha chiuso. La ripartenza per tutti è ancora molto lenta. Il settore moda e la sua filiera pagano sempre più la concorrenza dei paesi extraeuropei che, con costi della manodopera molto più bassi, incentivano le aziende a produrre all’estero, con buona pace del “made in Italy” che andrebbe sostenuto molto più nei fatti che nelle parole”.

L’industria della produzione di materie plastiche, soprattutto prodotti monouso, ha subìto un vero e proprio tracollo – ha ricordato Coco – solo nella provincia di Catania si sono persi più di 100 posti di lavoro diretti, con i casi-simbolo di Dacca di Aci Catena e Gì Plastic. La poca chiarezza nelle normative e il non avere avviato politiche spinte sulla raccolta differenziata oltre a un danno per l’ambiente hanno creato disoccupazione. Eppure, proprio il COVID ha fatto riscoprire l’utilità dei prodotti monouso, per l’igiene e il basso costo”.

Per Coco sembrerebbe scontato collocare il farmaceutico tra i settori che sono andati meglio. Ma non è così perché se proprio la Pfizer, a livello di fatturato e grazie al vaccino antiCovid, ha avuto e continua ad avere risultati brillanti, per il solo sito di Catania non possiamo non essere preoccupati. Qui, infatti, vengono prodotti farmaci datati la cui produzione continua a scendere con la conseguente diminuzione di personale attivo. Ormai da tempo attendiamo un serio piano industriale per un territorio che non può permettersi di fare a meno dell’occupazione che ha garantito Pfizer. È necessario che a Catania arrivino investimenti e progetti, come su tutto il Sud che vede sempre più svuotarsi della parte produttiva e giovane che, una volta formata, preferisce andare via. Una luce di speranza arriva invece dalla Zoetis, l’azienda che opera nel settore della salute animale sta investendo sul sito di Catania oltre 30 milioni di euro per produrre una nuova molecola e rendere l’impianto pluriprodotto. Dal Pnrr, intravediamo misure che possono avere maggior incidenza al Sud, come per esempio la depurazione delle acque e la riduzione della dispersione delle risorse idriche”.

“Durante la pandemia – ha sottolineato Attanasio – la Cisl è stata in prima linea nel trovare soluzioni che potessero salvaguardare la salute e il lavoro, contribuendo alla stesura dei protocolli aziendali antiCovid. Gli scenari futuri che dovremo affrontare nel settore chimico-energetico vanno dal confronto continuo col Comune di Catania sull’assetto delle partecipate, come Sidra, Asec e Asec Trade; allo sviluppo che il settore chimico avrà con l’indotto che potrebbe svilupparsi dalla possibile costruzione degli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti; a tutto il sistema della gestione idrica integrata, con la gestione della distribuzione dell’acqua e della depurazione dei reflui e dei cospicui finanziamenti di cui vorremmo aver contezza. Per quanto riguarda la Pfizer, il futuro dello stabilimento e, quindi, dei lavoratori impiegati, il confronto deve avvenire sulla base dei rapporti industriali tra l’azienda, Confindustria e le organizzazioni sindacali firmatarie del Ccnl”.