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Ferrari, Bezzini, Nigro: “Esercizio provvisorio unico strumento per avere garanzie ambientali e occupazionali”

Pubblicato il 27 Luglio, 2021

Abbiamo scritto alla curatrice fallimentare perchè deve garantire i presidi ambientali e il modo migliore per farlo è chiedendo al Tribunale di essere autorizzata all’esercizio provvisorio dell’attività. Questo si tradurrebbe infatti nella possibilità di conferire rifiuti nei volumi già autorizzati del cono rovescio, producendo ricavi utili a eseguire le opere di messa in sicurezza che Rimateria non aveva completato. Con quei soldi, dunque, si renderebbe possibile la regimazione delle acque meteoriche, la copertura definitiva del sito e tutte le altre azioni di cui alle prescrizioni date dalla Regione. Dall’esercizio provvisorio, dunque, deriverebbero risposte ambientali importanti e continuità occupazionale per circa otto mesi, tempo stimato per completare i volumi autorizzati; un arco temporale utile anche per i lavoratori.

La Regione Toscana ha già chiesto alla curatrice, dottoressa Francesca Ozia, di farsi carico della corretta gestione nel rispetto di quanto previsto dalle autorizzazioni e dagli atti di diffida.

Inoltre, anche Arpat, nel comunicare gli esiti dell’ispezione della discarica, ha rilevato che non viene regolarmente smaltito il percolato prodotto, tanto che in alcune aree ha raggiunto e talvolta superato il livello di guardia, e che alcuni pozzi di captazione del biogas continuano ad essere scollegati dal sistema di aspirazione. Come se non bastasse, la copertura temporanea della ex-Asiu non è conforme all’atto autorizzativo. 
Alla luce delle considerazioni di Arpat, infine, anche la Direzione ambiente della Regione Toscana ha intimato alla curatela fallimentare di avviare nell’immediato gli interventi necessari.

È indubbio, quindi, che tutti i soggetti titolati condividano le stesse preoccupazioni in ordine al crescente rischio ambientale legato all’attuale condizione dell’impianto: la soluzione al momento più efficace è l’assunzione dell’esercizio provvisorio da parte della dottoressa Ozia. 
L’invocato esercizio provvisorio, inoltre, favorirebbe la tutela dei lavoratori.
Peraltro, ci preoccupa quanto appreso recentemente dalle dichiarazioni delle rappresentanze sindacali secondo le quali alcuni dipendenti continuerebbero ad accedere all’area di discarica per svolgere le necessarie attività di monitoraggio e gestione. Fatto che, seppur lodevole, implica un grande rischio per gli stessi lavoratori vista l’assenza di tutele e legittimità: ricordiamo che il sito è oggetto di procedimento fallimentare e, pertanto, in assenza dell’esercizio provvisorio, l’accesso all’area è totalmente interdetto. Infine, poiché i lavoratori, al momento, non percepiscono alcun compenso, è vitale che la curatrice chieda subito al tribunale l’autorizzazione al pagamento degli stipendi, priorità rispetto agli obblighi verso tutti gli altri creditori. 
È evidente che la situazione della discarica di Rimateria necessiti di decisioni urgenti per tutelare i cittadini, l’ambiente e i lavoratori: per questo continueremo ad essere vigili e solleciti nei confronti degli enti titolati affinché il fallimento della società non si sommi ai problemi ambientali che la città già è costretta a sopportare. 

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