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Ferrari: “Il fallimento comporterebbe problemi ambientali e occupazionali

Pubblicato il 18 Maggio, 2021

L’eventuale fallimento della società Rimateria è una circostanza che spaventa ma in cui le istituzioni non hanno potere d’azione: a questo punto, il futuro dell’azienda non può che essere in mano ai soci privati. 
Sono stati molti i confronti tra il Comune e la Regione, in particolare tra me e l’assessore all’Ambiente Monia Monni, e sicuramente il fallimento dell’azienda non è mai stato un obiettivo da perseguire. L’auspicio, piuttosto, è che Rimateria diventi un soggetto capace di inserirsi nel piano di risanamento ambientale del Sin. Il ruolo delle istituzioni, a questo punto della vita della società, non può che essere quello di osservatori, visti anche gli esiti dei procedimenti amministrativi di cui è oggetto: con un’Aia negata a causa delle inadempienze della società in ordine alla messa in sicurezza del sito, e un concordato preventivo che implica il dover rispondere al Tribunale, non possiamo che rimetterci alle scelte dell’azienda. Non possiamo, infatti, ignorare le inadempienze a prescrizioni indispensabili per ricondurre la gestione di quell’impianto nell’alveo della legalità e per mitigare l’impatto che la discarica ha sull’ambiente, circostanza totalmente ignorata negli anni passati. 
Ciò che è certo è che il fallimento aprirebbe un nuovo capitolo della vicenda e comporterebbe due ordini di problemi a cui saremmo chiamati a trovare una soluzione: quello occupazionale e quello ambientale. 
L’azienda si trova dinnanzi a un bivio e solo i soci privati hanno la possibilità di scegliere quale strada intraprendere: se continuare con il concordato preventivo e quindi investire, ottemperare alle prescrizioni imposte dalla Regione Toscana e valutare l’elaborazione di un nuovo piano industriale che trasformi il sito in un impianto di trattamento di rifiuti, funzionale al territorio; oppure lasciar fallire la società. 
È necessario un cambiamento di prospettiva da parte dell’azienda e l’unica soluzione è che i soci privati decidano di investire le risorse necessarie per la messa in sicurezza e per un nuovo piano industriale che garantisca un futuro alternativo alla società. Non possiamo che augurarci che una storia diversa possa essere scritta nella consapevolezza che la penna è inevitabilmente nelle mani degli imprenditori.  Francesco Ferrari, sindaco di Piombino

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