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Lelio De Santis, Cambiare insieme: "Crisi politica al Comune risolta, anzi no"

Fine 2020, Lelio De Santis (IdV) tira le somme: “il consiglio comunale è nella palude”

Pubblicato il 31 Dicembre, 2020

Fine 2020 nella bufera. Ieri, a consiglio comunale, la Lega con i suoi quattro consiglieri ha fatto mancare il numero legale. Lelio De Santis, capogruppo di Cambiare insieme, tira le somme dell’anno che si sta concludendo: “Alla fine dell’anno, il governo della città, sbiadito, è nella palude. Scontri personali hanno paralizzato la città. E’ necessario parlare di Giunta di emergenza, non è più tempo di comportarsi come i primi della classe. Il sindaco Biondi, per coerenza ha una scelta davanti a sé: scegliere di affidare L’Aquila ai tecnici, in grado di affrontare i problemi, oppure dimettersi. Può dare un governo effettivo alla città, oppure lasciare. Dal punto di vista politico, si è trattato di un anno disastroso: prima finirà, meglio sarà per tutti. Una crisi latente, nascosta, era già emersa a fine 2019, nei fatti: nell’ambito della discussione del bilancio per il 2020. La Lega non lo aveva votato. La crisi, soltanto supposta all’inizio, poi è diventata prorompente. Si conclude ora l’anno delle emergenze: tante le criticità, dalla pandemia agli incendi”.

Fine 2020: “i fatti salienti si sono svolti senza un assessore al ramo”

Come si sono risolte queste problematiche? “I fatti salienti si sono svolti senza un assessore al ramo. Quando le fiamme sono divampate a Pettino e ad Arischia, non avevamo l’assessore all’Ambiente. La Perdonanza si è svolta senza che avessimo un assessore al Turismo. Senza parlare dell’Urbanistica, elemento centrale per la nostra città, ferita dal sisma del 2009. Che cosa era avvenuto prima? Andiamo a ritroso. L’oggetto del contendere già a fine giugno, per frantumare la maggioranza, erano stati i centri commerciali, l’ipotesi dei quali nell’opinione della Lega doveva prescindere dal piano del commercio e dal piano regolatore: ecco l’elemento dirompente. L’opposizione è stata costruttiva, intendeva dare un contributo: per primo, ho messo in risalto la necessità di lavorare sulla pianificazione urbanistica e sul commercio. A nulla è valso.
Il 14 luglio, all’Emiciclo, la Lega ha contestato duramente la giunta Biondi.
Come è noto, il sindaco ha ritirato le deleghe, per poi cacciare gli assessori della Lega. I personaggi noti del nostro scenario si lodano a vicenda, pronti a combattersi senza mezzi termini nello scenario politico: la vanità incide sul piano personale. L’epilogo della telenovela c’è stato ieri mattina: la città ne fa le spese. Nonostante le dichiarazioni d’amore, la maggioranza è tornata a fibrillare e franare. L’acredine paralizza i lavori: sia per gli elementi basilari, sia per l’ordinaria amministrazione.
Il piano regolatore, intanto, è nel cassetto, le opere pubbliche aspettano. Quel che va avanti, è stato impostato dalla passata amministrazione”.

Fine 2020: “per finire, la beffa dei buoni spesa”

E ancora: “L’ultimo atto è quello che riguarda i buoni spesa: i cittadini aventi diritto hanno notato che sui buoni stessi era impressa la data del 2 gennaio. Da allora saranno utilizzabili, nonostante le rassicurazioni avute dal Comune. Non sono mancati rivenditori di coscienza, che hanno permesso ai clienti di riempire i carrelli, sebbene la data stampata sul buono fosse di là da venire. La Repas avrebbe dovuto attivare i buoni, si pensava che fosse stato fatto. Era necessario agire. Ora, l’assessore al Sociale è introvabile. Ho avuto modo di apprezzare il lavoro dell’ufficio e della funzionaria, Silvia Caruso. Stiamo parlando di un diritto della persona: dei maggiorenni aventi diritto, ma anche dei minorenni. I buoni spesa di aprile sono arrivati in estate, con grandissimo ritardo. Il Comune ha fatto soltanto da tramite, i fondi provengono dal Governo italiano: è una vergogna imponente come un palazzo. E’ umiliante per tutti noi, che 1310 famiglie che hanno ottenuto i buoni durante l’inverno, di 1500 che li avevano richiesti, siano trattate in questo modo. Come se non fossero sufficienti le problematiche relative alla crisi politica, che si gioca sulla pelle del cittadino: quest’ultimo tace, ma fino a quando?“.

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