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Forza Italia

Forza Italia, l’emorragia di deputati e senatori non si arresta

Pubblicato il 27 Luglio 2022

 “Lascio con rammarico politico e sofferenza personale il gruppo di Fi: da oggi sarò nel gruppo Misto. E’ una decisione meditata, necessaria dopo la decisione di interrompere il sostegno al governo Draghi”.

Così Rossella Sessa.

Rossella Sessa © ANSA
Rossella Sessa

Che aggiunge: “Sarò sempre riconoscente a Berlusconi per le opportunità che mi ha dato, ma resto convinta che la crisi determinata dalle scelte del partito, e soprattutto dei suoi alleati, vada contro gli interessi del mondo moderato, delle imprese, dei cittadini del Mezzogiorno dove rischiano di interrompersi investimenti mai visti negli ultimi vent’anni”.

La deputata è l’ennesima esponente di Forza Italia che abbandona il partito.

Forza Italia
Parlamentari e senatori fuoriusciti da Forza Italia. In alto da sin. Rossella Sessa, Renato Brunetta, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna. In basso da si.: Giusy Versace, Lucio Malan, Andrea Cangini, Annalisa Baroni.

Dopo i parlamentari Elio Vito, Renato Brunetta, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Giusy Versace, Andrea Cangini, Roberto Caon e l’assessore lombardo Alessandro Mattinzoli, ecco un altro addio.

Sulla reunion del centrodestra nel pomeriggio, 71 giorni dall’ultima volta – era il 17 maggio e i big dei tre partiti pranzarono insieme ad Arcore, ma finirono per litigare sulle amministrative – pesa ora il macigno della premiership.

A Giorgia Meloni che non molla la presa sulla regola aurea per cui il candidato premier lo sceglie chi incassa più voti nella coalizione, Forza Italia oppone disinteresse.

“E’ un tema che non mi appassiona”, smonta la questione Silvio Berlusconi.

Difficile però immaginare che la presidente di Fratelli d’Italia si accontenti e ceda.

Più probabile è che ogni partito indichi il proprio candidato, prima del 25 settembre. Poi, il verdetto finale verrà dalle urne. Al tavolo sono invitati anche i “centristi” di Udc e Noi con l’Italia.

Stessa squadra riunita finora a Villa Grande, insomma, ma con Meloni a fare la differenza. In primis sulla location: niente più ville private, era la sua richiesta e l’ha spuntata.

Stavolta ha vinto il terreno neutro e istituzionale di Montecitorio, e probabilmente saranno tutti nella sala più grande di cui dispone la Lega lì.

Per Berlusconi sarà il gran ritorno dal 9 febbraio, quando superato il Covid venne a incontrare Mario Draghi e salutò il presidente incaricato ed ex banchiere con un “Ciao ciao”.