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Franco Manni, il filosofo che ci spiega i difetti della realtà moderna. Con parole chiare

Pubblicato il 26 Novembre, 2020

I mali del nostro tempo? Franco Manni, filosofo e professore, persona genialissima, che volendo semplificare potremmo definire  il “nostro Luciano De Crescenzo” per riferirci a chi spiegò temi alti e colti con semplicità e tatto, lo ha chiaro: “Sono l’Intellettualismo, il Principio di Autorità, il Frammentarismo, l’Idealizzazione della Giovinezza, il Sentimentalismo Estetico e Religioso, il Sequestro Affettivo, l’Appello alla Socializzazione, il Dramma del Successo, la Sottomissione Clientelare, L’Ascesi Apatica, Il Desiderio Maniacale”. Tutti con la maiuscola, essendo mali che inflazionano non solo la società, ma il nostro stesso modo di vivere. Come non dargli ragione? Della società sono rimasti frammenti, piccoli episodi sentimentali, una mancanza quasi totale di individualità e, naturalmente, un clientelismo che mette paura.

Basterebbe seguire qualche consiglio di Manni, nel suo libro maestro “La Terra di Mezzo”, qualche sua digressione di Etica filosofica a spasso con Aristotele, Freud e Croce passando per J.R.R. Tolkien, e secondo lo schema antico delle Virtù, dei Vizi e della Felicità. E Manni, che non vuole erudire ma spiegare a chiare lettere, sottolinea che il suo “è un libro non accademico e non specialistico, che si indirizza a persone riflessive di cultura media”. “La Terra di Mezzo” è quella in cui ci troviamo tutti, tesi da una parte ai nostri ideali di perfezione e dall’altra al conformismo che assorbiamo quotidianamente.

Chi può insegnarci qualcosa? I filosofi che abbiamo citato, ma anche Tommaso d’Aquino, Sigmund Freud, Benedetto Croce, Melanie Klein, Karl Popper, che ci posizionano, ascoltandoli certo, nella moderazione – contro il radicalismo – e nel razionalismo – che non è misticismo -, nella sistematicità che ricrea il tutto e nell’originalità dell’individuo. Il civitanovese Manni ha studiato filosofia alla Normale di Pisa e teologia alla Gregoriana di Roma, è un grande studioso di Benedetto Croce e di coloro che ne hanno meglio permeato l’insegnamento, come Sorel, Gramsci, Gobetti, Bobbio, di cui ha curato la nuova edizione di “Liberalismo e democrazia”. 

Scrisse del libro e a Manni il grande filosofo: “È difficilmente classificabile. Si può chiamare genericamente un libro di Etica, contenente riflessioni inconfondibilmente personali sul ‘buon comportamento’, ma è inconfrontabile coi libri di etica che si leggono abitualmente. Ho rivisto nella maniera migliore alcune tue doti che ho sempre apprezzato: l’aperta intelligenza, spirito critico e riflessivo, il saper scrivere con chiarezza, apparentemente senza sforzo, l’ammirevole serietà con cui eserciti il difficile ‘mestiere di vivere’, la tua vocazione pedagogica, insomma la tua raggiunta maturità (il libro sembra scritto da una persona che abbia a lungo vissuto). Il libro è sorprendente per le straordinarie qualità positive: acutezza nelle osservazioni, riferimenti precisi e non pedanteschi ad autori diversissimi fra loro e che di solito non si trovano insieme (Tommaso e Croce), ampiezza degli argomenti e loro varietà, originalità nella loro disposizione che può esser scambiata per stravaganza. Mi ha colpito – per esempio – il capitolo sulla natura della Fantasia”.

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