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Vaccini, a Potenza c’è il vescovo indagato: ha ricevuto dose senza averne diritto

Pubblicato il 15 Gennaio, 2022

La procura di Potenza ha avviato un’inchiesta su alcuni vaccini somministrati a persone che non ne avevano diritto: monsignor Salvatore Ligorio, vescovo di Potenza, è tra i nove indagati. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore Francesco Curcio, lo hanno convocato perché deve difendersi dall’accusa di peculato in concorso con i vertici della struttura “Don Uva” di Potenza, poiché ha ricevuto la somministrazione del vaccino Pfizer il 6 gennaio 2021.

Qual è il problema? La somministrazione del siero, secondo l’accusa, in quella data era destinata esclusivamente al personale sanitario, agli ospiti e operatori delle Rsa. Secondo quanto riporta La Nuova del Sud, sono stati iscritti nel registro degli indagati anche il direttore sanitario Rocco Maglietta, il direttore amministrativo Roberto Galante e il coordinatore infermieristico Francesco Sagaria. Tra i 9 indagati, sempre secondo la testata lucana, ci sarebbe anche suor Carla, cioè Angela Maria Sabia, che avrebbe fortemente consigliato al prelato di vaccinarsi.

Difende il vescovo l’avvocato Donatello Cimadomo che, nella sua memoria, ha spiegato che la vaccinazione del prelato sarebbe dovuta al fatto che questi ed altri religiosi sarebbero stati spesso presenti all’interno della struttura, che in passato era stata ecclesiastica, poiché lo gestivano le suore della Divina Provvidenza, tra le quali suor Carla.

Alcune testate locali hanno pubblicato all’Epifania 2021 una foto della vaccinazione del vescovo, al fine di dare il buon esempio a chi non si era ancora vaccinato: soprattutto alle comunità cattoliche. Ora la Procura afferma che il religioso non avrebbe avuto titolo per ottenere il vaccino. Non soltanto lui: altre 4 persone sono indagate, secondo La Nuova del Sud, perché hanno ricevuto la prima dose senza averne diritto.

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