Pubblicato il 9 Marzo, 2022
È l’ora di dire basta con una politica che tratta la sanità, non come
una necessità per il cittadino, bensì come un privilegio al quale il
cittadino deve abituarsi progressivamente a rinunciare.
È grazie a questa visione distorta del ruolo di un presidio ospedaliero
su un territorio che assistiamo ormai a casi ormai diffusi come quello
di Piombino, dove l’ospedale di Villamarina si sta progressivamente
indebolendo andando incontro ad una forzata chiusura dei sui reparti e
dei suoi servizi. Un nosocomio che si trova a 50 chilometri da Cecina e
più di cento da quello di Cisanello.
Dopo la denuncia della gravissima
situazione in cui si trovano i pazienti dializzati, problemi anche alle
prenotazioni al CUP che per le visite non urgenti ormai si trovano di
fronte a date con tempi imbarazzanti di prenotazioni che li costringono
a trovare strade diverse per arrivare a diagnosi veloci. GT
Sulla stampa, nell’agosto del 2020, su pressione del Comitato per
Villamarina l’ASL assicurava che molti finanziamenti erano già a
disposizione per il rilancio di quell’ospedale, con una ristrutturazione
del Pronto Soccorso, promessa da non ricordiamo più quanti anni,
l’attivazione del servizio psichiatrico di diagnosi, un adeguamento del
blocco parto e il potenziamento dell’offerta chirurgica in particolare
di quello urologica di quella ginecologica e di quella ortopedica.
Addirittura si annunciava per Villamarina un centro per la procreazione
medicalmente assistita, ambulatori per l’infertilità maschile nonché la
riapertura del punto nascita tutto questo con un finanziamento previsto
di 9 milioni per interventi strutturali e tecnologici e 4 milioni annui
per il personale medico e infermieristico e OSS.
A nulla sono servite le manifestazioni di protesta a Firenze del
suddetto comitato, come a niente sono servite le richieste del Sindaco
di Piombino nei confronti dell’assessore regionale Bezzini.
L’Ospedale di Villamarina serve 60 mila abitanti, e non può trasformarsi
in un debole pronto soccorso. La “transumanza” dei malati dalla Val di
Cornia verso gli ospedali di Livorno, Pisa e Viareggio è una vergogna
che non può più essere accettata. Tempi e costi di un servizio pubblico
spalmati su cittadini sempre più in difficoltà, sono una vergogna tutta
Toscana che vede l’area Fiorentina e Pisana con poli di eccellenza
mentre nella periferia strutture inefficienti e scarsamente attrattive
per l’utenza che sempre più spesso si deve rivolgere al privato.
È l’ora di farla finita. Che la regione Toscana e la politica tutta si
assumano definitivamente la responsabilità di queste situazioni
vergognose che colpiscono sempre più spesso principalmente le persone
anziane e più bisognose e inizino finalmente ad agire concretamente.
FUTURO CIVICO