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Genova, è morto Carlo Repetti, anima del Teatro Stabile

Genova, è morto Carlo Repetti, anima del Teatro Stabile

Pubblicato il 9 Dicembre, 2020

Genova –  Giornata nera, oggi, per il mondo della cultura e un’altra importante perdita va ad aggiungersi. Lutto nel mondo del teatro. E’ morto Carlo Repetti, anima del Teatro Stabile e figura centrale nella cultura non solo genovese.

Genova: su di lui

Dal 2000 al 2014 era stato direttore del Teatro Stabile di Genova, succedendo a Ivo Chiesa dal quale negli anni Novanta era stato scelto come vicedirettore accanto all’attore e regista Marco Sciaccaluga. Settantaquattro anni, Repetti era entrato giovanissimo, agli inizi degli anni Settanta allo Stabile come responsabile dell’ufficio stampa e dell’ufficio cultura.
Promosso vicedirettore e assunta poi la direzione aveva garantito allo Stabile una costante crescita consolidando i rapporti anche con teatri esteri. Con lui ebbe forte impulso la Scuola di recitazione, considerata ai vertiti italiani per qualità e serietà. Chiamato come assessore alla Cultura e Turismo, allo Sport nelle giunte comunali  di Genova, negli anni Novanta, con i sindaci Merlo, Burlando e Pericu, aveva rivestito un ruolo centrale nel rilancio culturale della città per la realizzazione, a Genova, dell’Acquario e, creando, tra l’altro, la Film Commission.

Nato nel 1947 a Genova, Repetti lascia la moglie e tre figli. Era stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Légion d’honneur, per meriti culturali. Aveva studiato al liceo classico D’Oria di Genova, il suo compagno nel banco dietro era Massimo D’Alema.

Negli ultimi tempi era stato componente del Consiglio d’amministrazione del Teatro nazionale da cui si era dimesso polemicamente in contrasto con le modalità che avevano portato alla nomina del nuovo direttore Davide Livermore.

Genova: il commento dell’amico Sciaccaluga

“Ho perso un grande amico – ha dichiarato Sciaccaluga – Carlo ha dedicato la sua vita alla famiglia e ha amato molto la sua città mettendosi al suo servizio come politico e come direttore del teatro. Considero i quindici anni della sua direzione, una delle pagine più belle della storia del nostro teatro”

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