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Statua di Gesù con un bicchiere in mano e la Madonna con un uovo in testa: bar appena aperto rischia già la chiusura

Pubblicato il 26 Aprile, 2024

“Scherza con i fanti, ma lascia stare i santi”: una massima che i titolari del bar Nouveau-l’église, locale appena aperto a Marigliano in provincia di Napoli, hanno sperimentata sulla loro pelle. L’intento dei titolari era mischiare il sacro e il profano, sfruttando il fatto che il locale sia stato realizzato in una chiesa sconsacrata e ristrutturata.

Il bar, appena aperto, rischia già di chiudere poiché secondo la Polizia Municipale del Comune ci sono gli estremi per un’accusa di vilipendio alla religione. I titolari sono già stati multati e denunciati ed è stata presentata la richiesta di chiusura del locale.

Le statue incriminate

Le statue all’interno del locale sono state giudicate blasfeme. Tra queste c’è la statua di Gesù con una bottiglia in una mano e un bicchiere nell’altro e la statua della Madonna rivolta di spalle con un uovo sulla testa.

Oltre alle statue ci sono alcune scritte incriminate, come la pubblicità della Martini che è stata trasformata in “Martiri”. E ancora c’è un cartello dove si legge “Prendete e bevetene tutti“, parole estratte dalla Bibbia e pronunciate da Gesù in occasione dell’Ultima Cena. Anche sui social la comunicazione oscilla tra sacro e profano, infatti sulla pagina Facebook c’è una frase di ispirazione biblica: “Chi mi ama, mi segua”.

Il Comunicato della parrocchia di San Sebastiano Martire Miuli

Il caso ha suscitato grande scalpore nel paese dell’agronolano e anche la parrocchia di San Sebastiano Martire, con un comunicato tramite Facebook, ha fermamente condannato l’iniziativa: “L’apertura del locale denominato Nouveau-l’Èglise, peggio identificato nel profilo facebook come “Chiesa del peccato”, suscita non poche perplessità per la modalità della comunicazione e dei contenuti che la accompagnano. Certamente si fa leva sull’intercettare la curiosità dei possibili fruitori di fronte ad una proposta, che forse ha l’intenzione di provocare una rottura con un ambiente e una cultura che si ritengono superati. É proprio però partendo da questo principio che si compiono diversi “scivoloni” di stile.

Intanto non si costruisce il nuovo assumendo luoghi, segni e parole e facendone un uso definibile, quanto meno, di basso profilo: il nuovo può essere sicuramente attuato, ma nel rispetto di quanto ci ha preceduto e lasciando che ogni situazione e cultura sia rispettata. Così l’aver usato la definizione di “chiesa del peccato” e aver banalizzato espressioni -“prendete e bevetene tutti”- che per un gran numero di persone rivestono ben altra portata, o ancora “abbiate fede”, in un contesto ilare e, probabilmente nelle intenzioni degli scriventi, ironico è veramente una grande mancanza di misura.

La scelta di immagini care alla tradizione di molti, raffiguranti il simulacro di Gesù o della Vergine Maria, ricollocati in un contesto così particolare e invitante al consumo, veramente è un utilizzo fuori luogo. Il clamore non va sempre di pari passo col buon gusto e lo spettacolare talvolta scade nel trash, questa operazione ha portato questa logica alla sua massima espressione.

Chiaramente come pastori che su questo territorio pongono il proprio servizio non possiamo tacere quando ci sono manifestazioni di questa portata, lo dobbiamo alla cultura che viviamo, alla memoria della fede di chi ci ha preceduto e alla consegna alle nuove generazioni del senso della misura, del bello e dell’opportuno che sempre devono rappresentare i punti di riferimento in una società civile.

Sicuramente le forme per dirsi contrari al dilagare di queste espressioni potrebbero passare attraverso proclami o condanne, ma questi potrebbero anche lasciare il tempo che trovano o fomentare quella curiosità e chiacchiericcio che tornerebbero a un vantaggio pubblicitario, esiste un’altra possibilità ed è quella del dissenso civile e si attua attraverso il non pubblicizzare e non frequentare questi luoghi che, di un linguaggio volgare e inopportuno, fanno la propria vetrina”.

La replica dei titolari

Il gestore Antonio Minieri si è però difeso e ha fornito il suo punto di vista a Il Corriere del Mezzogiorno: “Ciò che abbiamo fatto è solo dare nuova vita a un posto che era abbandonato rivestendolo con delle opere che non spingono i giovani al peccato: tutt’altro. Il Cristo Redentore con in mano un bicchiere e l’acqua santa, infatti, in realtà, vuole essere una esortazione a bere responsabilmente. La Madonna che dà le spalle al bancone con l’uovo in testa è un richiamo alla Pala di Brera di Piero della Francesca”.

A proposito delle altre immagini e statue ritenute blasfeme, ha replicato così: “L’immagine del Crocifisso che abbiamo sistemato nel bagno e la Via Crucis in cui ci si riflette con gli specchi sono, poi, dei moniti a non utilizzare sostanze proibite, ad aver rispetto per se stessi e gli altri”.

Al di là delle problematiche di natura religiosa il bar è stato sanzionato con 5.000 euro anche per la mancanza di agibilità commerciale e del permesso di somministrare alcolici, oltre che per il cambio di destinazione d’uso non regolarizzato.

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