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Giambruno

Giambruno imbarazza, di nuovo, Giorgia Meloni: “Se non ti ubriachi, non ti stuprano”. Infuriano le polemiche (VIDEO)

Pubblicato il 29 Agosto 2023

“Se non ti ubriachi, non ti stuprano”.

Così Andrea Giambruno.

È bufera dopo l’ultima esternazione del compagno della premier Giorgia Meloni durante la puntata di Diario del Giorno, il programma che conduce su Rete 4, prendendo posizione sui casi di stupro di Palermo Caivano.

Lo ha detto in riferimento alla ragazza palermitana di 19 anni che ha denunciato di essere stata violentata da sette ragazzi dopo essere stata fatta ubriacare.

L’ennesima uscita di Giambruno – raccontata dal Fatto Quotidiano – rischia di mettere in imbarazzo la premier e ha già scatenato l’ira social.

Le critiche arrivano anche dalla politica: per Pd e il Movimento 5 stelle quelle di Giambruno sulla violenze sessuali di gruppo sono parole “inaccettabili e vergognose”, questa è “vittimizzazione secondaria”, attaccano invitando Mediaset a intervenire.

Prima le polemiche relative al suo negazionismo sul cambiamento climatico e le sue accuse al ministro della Sanità tedesco Lauterbach in vacanza in Italia, adesso le critiche per le sue esternazioni sugli stupri.

La prima voce di protesta, in ordine di tempo, è quella della senatrice del Pd Cecilia D’Elia, vicepresidente della commissione d’inchiesta sul Femminicidio: “Proprio non ci riescono a non colpevolizzare le donne”, interviene. “La violenza è sempre un po’ colpa loro. Non uscire da sole, non andare dove è buio, non vestirti in modo provocante. Adesso ce lo spiega anche Giambruno: se non ti ubriachi non ti stuprano. Hai tutto il diritto di ubriacarti ma se eviti di farlo… E niente, alla fine si giudicano le donne e i loro stili di vita. Non è possibile, non è più tollerabile“. D’Elia critica questa “idea di educazione che va esattamente nel senso contrario a quello che serve”. “A Giambruno dico quindi – continua la senatrice dem – che occorre educare i ragazzi al rispetto, non le ragazze alla prudenza, insegnare loro il valore del consenso, non alle ragazze quello della diffidenza, ma il diritto all’esistenza libera e non il comportamento dimesso. Se una ragazza alza un po’ il gomito può aspettarsi un mal di testa, non uno stupro”.

Sulla stessa linea Irene Manzi, componente nazionale della segreteria del Pd: “Mediaset non ha nulla da eccepire? La violenza è sempre e solo responsabilità di chi la compie”. A mettere nel mirino il compagno della premier è anche la deputata dem Sara Ferrari, della presidenza del Gruppo Pd: “Ecco lì il maschilismo italiano che di fronte a uno stupro accusa la vittima per i suoi comportamenti perché così se l’è cercata, come se ‘incontrare il lupo‘ fosse un destino ineluttabile di ogni ragazza ubriaca e così la vittimizza due volte. I corsi di educazione alle pari opportunità non vanno fatti solo nelle scuole ma anche agli adulti, tanti adulti e soprattutto a quelli che hanno in mano un microfono”.

“Se i giornalisti Rai che hanno commentato con frasi sessiste le gare delle tuffatrici sono stati giustamente sospesi, per Giambruno il compagno della premier, Mediaset farà spallucce?”, conclude Ferrari.

A protestare contro le parole del giornalista e compagno della premier anche in Movimento 5 stelle. “Le parole pronunciate da Giambruno sono inaccettabili e vergognose, rappresentazione plastica di una cultura maschilista e retrograda che costituisce il terreno di coltura dei comportamenti violenti, dei soprusi che tantissime donne ogni giorno sono costrette a subire”, affermano le parlamentari del M5S nella commissione bicamerale d’inchiesta sul Femminicidio Stefania Ascari, Anna Bilotti, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino. “Si chiama vittimizzazione secondaria, se Giambruno non ne è a conoscenza può documentarsi facilmente così da evitare di fare danni incalcolabili attraverso la televisione: sulla donna già distrutta dalla violenza fisica o psicologica si scarica una presunta colpa, una qualche responsabilità sull’accaduto”. Per le parlamentari M5s “ogni esortazione rivolta alle vittime affinché trovino il coraggio di denunciare diventa un insieme di parole vuote se poi si dicono sciocchezze di tale gravità. Il nostro Paese ha bisogno di un ribaltamento culturale, di una rivoluzione educativa. Il primo passo è introdurre l’educazione affettiva e sessuale fin dai primi anni di scuola, il Movimento 5 Stelle – ricordano – ha presentato da tempo una proposta di legge a prima firma di Stefania Ascari: bisogna discuterla e approvarla con urgenza”.