Pubblicato il 12 Gennaio, 2023
E’ la reazione della redazione di Scimagazine, che conclude: “Tutto il team è vicino ai suoi cari e li abbraccia forte mandando loro le più sentite condoglianze”.
E’ deceduta la scorsa notte, all’ospedale di Treviso, la donna rimasta coinvolta ieri, con il compagno, in una valanga caduta nelle vicinanze del rifugio “Nuvolau”, a Cortina d’Ampezzo (Belluno).
La vittima, Giulia Ramelli, 34 anni, di Mestre (Venezia), era una maestra di sci esperta, iscritta al Collegio regionale del Veneto.
Durante l’escursione scialpinistica assieme a Piero Paccagnella, anch’egli di Mestre, ingegnere e direttore di esercizio della funivia in Tofana e in Marmolada, era rimasta sepolta sotto due metri di neve dalla valanga sotto il rifugio Nuvolau.
Estratta dal Soccorso Alpino e trasportata in elicottero all’ospedale di Treviso, era stata giudicata in gravissime condizioni dai medici. Nella notte il decesso.
Il suo nome ritorna nelle classifiche della Federazione italiana sci: slalom, slalom gigante, soprattutto a passo San Pellegrino e a Falcade, ma anche sulle piste di Bormio, fin dal 2003, quando ancora frequentava il liceo scientifico Benedetti a Venezia.
Poi si è laureata in Economia all’università Ca’ Foscari; nel 2007, l’ultima competizione federale sugli sci. Più che un addio, un cambio di prospettiva, la trasformazione di uno sport in una professione: da atleta era diventata a maestra.
La discesa era rimasta la sua passione e insegnava agli altri a praticarla sulle piste in sicurezza, a vivere l’adrenalina dello sci senza rischi sulle nevi di Cortina.
Nel 2009 la qualifica: allenatrice federale di secondo livello, insegnamento in italiano e in inglese, riporta il suo profilo sul sito della scuola sci di Cortina, la più antica d’Italia. Accanto, la foto di Giulia Ramelli con il sorriso di chi si alza la mattina e fa ciò che ama.
Sui social la scuola sci di Cortina aveva pubblicato una sua foto delle piste alle 5 di mattina, il panorama suggestivo in cui trascorreva le sue giornate.
LA TRAGEDIA
Lo stesso panorama delle Dolomiti, belle e terribili, che per lei si è trasformato in una trappola mortale quando una massa di neve l’ha sepolta.
A lanciare l’allarme è stato il suo compagno di escursione Piero Paccagnella, rimasto semisepolto ma senza riportare gravi ferite: ha spiegato che l’amica era sparita dalla sua vista, sommersa dalla coltre bianca. In pochi minuti l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha raggiunto il luogo della valanga con a bordo un’unità cinofila e personale del Soccorso alpino e della guardia di finanza di Cortina.
A fatica, sono riusciti a liberare la donna ma le sue condizioni sono apparse fin da subito molto critiche, al punto che il personale è dovuto intervenire praticandole le manovre di rianimazione cardiopolmonare. La maestra di sci è stata quindi caricata a bordo dell’elicottero e trasportata all’ospedale di Treviso dove, considerata la gravità delle ferite riportate, i medici si erano riservati la prognosi. Nella notte le condizioni di Giulia Ramelli sono peggiorate, fino alla morte.