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Guerra, è boom di profitti per le aziende produttrici di armi

Pubblicato il 23 Marzo, 2022

Un’indagine dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) rivela che il conflitto tra la Russia e l’Ucraina ha portato ad un aumento del valore azionario internazionale per le società produttrici di armi. Questo aumento del valore azionario è paragonabile storicamente soltanto con l’attacco alle Torri Gemelle di New York nel 2001.

Nell’analisi si afferma si afferma che le società produttrici di armamenti a livello mondiale hanno aumentato i loro profitti del 10%, con utili di 82 miliardi di dollari solo nelle ultime tre settimane.

A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, iniziata il 24 febbraio scorso, le spese dei paesi membri della NATO stanno avendo benefici diretti dall’industria delle armi.

L’UNAM sottolinea che, ad esempio, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato un ulteriore investimento di 100 miliardi di euro in materia di sicurezza per il 2022.

L’accademia ha così indicato nell’articolo come ciò sia “contrario alla loro politica degli ultimi due anni di limitare le spese militari”.

Nel 2020 inoltre, le 100 maggiori imprese dell’industria delle armi, di cui 41 negli Stati Uniti, hanno realizzato utili per 531 miliardi di dollari. Nonostante i limiti imposti dalla pandemia alle rispettive catene di approvvigionamento queste sono le cifre che emergono, come ha spiegato Yadira Gálvez, accademica della Facoltà di Scienze Politiche e Sociali (FCPyS) dell’UNAM.

Tra le imprese figurano la Lockheed Martin Corp e altre imprese statunitensi come la Raytheon Technologies e la Boeing. Vi figurano inoltre BAE Systems del Regno Unito, le cinesi Norinco e Avic, senza dimenticare l’europea Airbus o l’italiana Leonardo. Tutte sono in cima alla lista di coloro che hanno realizzato ricchi guadagni.

Per esempio il giorno prima dell’operazione militare russa, alla chiusura delle quotazioni del 23 febbraio, il valore per azione della Lockheed Martin era di 388 dollari. Già dal 1º marzo ha raggiunto un massimo di 458 dollari per azione, con un aumento di ben 70 dollari. Nei giorni seguenti il titolo ha toccato un massimo di 479 dollari per ripiegare mercoledì 9 marzo a 448 dollari per azione.»

Fonte: Telesur

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