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“Ha fatto bene la Rai a non contrattualizzare Orsini”, è bufera su Valeria Fedeli

Pubblicato il 25 Marzo, 2022

“La Rai ha modo opportuno deciso di non procedere con la contrattualizzazione del prof. Orsini. Istituzionalizzare uno spazio con tanto di compenso, a spese dei cittadini e delle cittadine, per la diffusione di tesi filoputiniane non sarebbe stato adeguato né al ruolo del servizio pubblico né alla gravità del momento”. Sono le parole della senatrice Pd ed ex ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, a proposito della scelta della Rai di non sospendere il professor Alessandro Orsini da Cartabianca. Fedeli, nel suo post, liquida le posizioni di Orsini come “filoputiniane”.

“È fondamentaleinfatti – ha rincarato Fedeli – che la Rai garantisca un’informazione e un approfondimento sì plurali, ma certo non equidistanti tra chi oggi sostiene le ragioni degli aggrediti e quelle degli aggressori. Deve essere netta ed esplicita la contestualizzazione in cui determinate posizioni trovano spazio sul servizio pubblico. Come deve essere sempre valorizzata l’informazione basata su dati e fonti, contrastata ogni forma di disinformazione e garantito un serio contraddittorio tra le opinioni”. Una posizione, quella di Fedeli, in linea con quella espressa dal Pd in queste ore.

Sulla pagina dell’ex ministra, però, in centinaia hanno commentato polemicamente queste affermazioni, una vera e priopria pioggia di critiche. “Cortesemente, ci può indicare qui quali sono queste tesi “filo putiniane” espresse dal professore? Aldilà della vergogna che comunque scende sul servizio ex pubblico”, ha chiesto Silvio izzo. “Non vale la penna neanche commentarlo questo post – ha aggiunto Antonella Fronzino- ormai gli esseri pensanti vanno zittiti soprattutto negli ultimi 3 anni. Per quanto riguarda i compensi beh quella è un altra storia…. L ipocrisia trionfa!”. E ancora: “Che sia opportuno lo dice lei, e certa sinistra radical chic (detto da me che ho votato sempre a sinistra). E non e’ mai un segno buono fare tacere qualcuno che comunque ha un certo curriculum pertinente, solo perché dice cose diverse. Succede nelle dittature, ha commentato Roberta Benigni. “Quello che avete fatto ha un nome solo: censura”, ha sentenziato infine Francesca Apos. Parole, insomma, che non sembra siano state apprezzate dai “follower” dell’ex ministra.

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